Domenica 5 Gennaio ore 21 presso l'Oratorio di Santa Maria in Valverde (dietro Chiesa -Duomo San Domenico - PAlermo) il gruppo musicale Keleusma diretto da Mario Guglielmino , presentera' uno spettacolo a conclusione delle feste Natalizie e per augurare un buon Anno Nuovo , nel segno dell'impegno civile e della speranza .
Lo spettacolo e' proposto come espressione di Voci Attive .
Brani della tradizione classica si alterneranno a brani della tradizione popolare .
Lo spettacolo e' in beneficenza verso l'associazione Talita Kum che si occupa dei bambini del quartiere in condizioni di disagio.
Ciascuno e' invitato .L'ingresso e' libero.
Portando in loco ,inoltre , semplici e numerosi TAPPI DI PLASTICA provenienti da confezioni di ogni genere , si contribuira' ,tra l'altro, all'operativita' di un progetto di recupero e riciclo di questo materiale, nel segno di una nuova cultura del recupero e rigenerazione dell'usato ,per un mondo sempre piu' ecologico e differenziato.
lunedì 30 dicembre 2013
KELEUSMA -Voci Attive - in concerto
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lunedì, dicembre 30, 2013
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domenica 29 dicembre 2013
I soliti provinciali
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2013/12/28/news/province_governo_sconfitto_all_ars_bocciata_la_proroga_dei_commissari-74665706/
Incredibile e sfacciata la resistenza degli apparati partitici allo snellimento richiesto . Da questi segni si comprende che le riforme e la semplificazione , nonostante siano il ritornello piu' amato dai politici poltronisti di professione ,rappresentano un nemico della partitocrazia , indebolendone l'architrave della spartizione del potere , e sono quindi , sul piano pratico, sempre osteggiate.
Sarebbe bene segnare sul calepino i nomi dei contrari per evitare , alla prossima tornata elettorale e per sempre , di dare qualsiasi preferenza a certi clowncelli e parolieri di corte.
Incredibile e sfacciata la resistenza degli apparati partitici allo snellimento richiesto . Da questi segni si comprende che le riforme e la semplificazione , nonostante siano il ritornello piu' amato dai politici poltronisti di professione ,rappresentano un nemico della partitocrazia , indebolendone l'architrave della spartizione del potere , e sono quindi , sul piano pratico, sempre osteggiate.
Sarebbe bene segnare sul calepino i nomi dei contrari per evitare , alla prossima tornata elettorale e per sempre , di dare qualsiasi preferenza a certi clowncelli e parolieri di corte.
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domenica, dicembre 29, 2013
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sabato 28 dicembre 2013
Improvvisando.
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2013/12/24/news/retromarcia_sullo_stop_alle_auto_salta_l_isola_pedonale_in_via_roma-74408184/
L'amministrazione comunale crede forse che un solido impianto di trasporto pubblico non sia condizione necessaria per la riuscita di ogni esperienza di chiusura al traffico.
L'amministrazione comunale crede forse che un solido impianto di trasporto pubblico non sia condizione necessaria per la riuscita di ogni esperienza di chiusura al traffico.
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sabato, dicembre 28, 2013
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venerdì 27 dicembre 2013
Crocetta ,Il PD regionale ,Orlando e ..le mille bAlle blu ..blu blu blu
http://www.linksicilia.it/2013/12/acqua-il-pd-siciliano-e-per-il-mantenimento-dei-privati-o-per-il-ritorno-alla-gestione-pubblica-leggendo-la-finanziaria-2014/
Il governo Crocetta e il PD regionale , non rispettando per nulla le belle promesse elettorali , offrono ancora, sul tema dell'acqua pubblica ,un triste e desolante spettacolo, in bilico tra oscenita' e ridicolo.
Nemmeno i grillini stavolta si distinguono ,se non per la particolare incompetenza , presupponenza e arroganza , messe in campo, su questo tema , davvero in modo alquanto inopportuno.
Il balletto sull'acqua pubblica continua , anche se in modo un po' defilato ( perché purtroppo percepito come tema un po' per addetti ai lavori , pur nell'enorme importanza dello stesso per l'intera comunita' ) . La Sicilia e i siciliani , come sul Muos e per altre questioni, continuano ad esser burattini mossi da fili lontani e centro di oscuri interessi , mettendo al bando il diritto dei cittadini ad auto determinare alcune scelte fondamentali ed essenziali . La mentalita' emergenziale continua a dettare l'agenda del governo regionale . E non solo.
Per dare uno sguardo anche alla citta' di PAlermo , il sindaco e la giunta hanno praticamente appeso al chiodo ogni progettualita' e confronto con i cittadini , fagocitati dall'emergenza delle ex partecipate e dei lavoratori , allora assunti per puri calcoli politico clientelari e adesso difficili da mantenere.
Nulla di quanto detto da Orlando e' stato messo in sicurezza. Sulla questione dello Statuto comunale e sulla partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica ancora siamo alle pie intenzioni e belle poesie .
Il governo Crocetta e il PD regionale , non rispettando per nulla le belle promesse elettorali , offrono ancora, sul tema dell'acqua pubblica ,un triste e desolante spettacolo, in bilico tra oscenita' e ridicolo.
Nemmeno i grillini stavolta si distinguono ,se non per la particolare incompetenza , presupponenza e arroganza , messe in campo, su questo tema , davvero in modo alquanto inopportuno.
Il balletto sull'acqua pubblica continua , anche se in modo un po' defilato ( perché purtroppo percepito come tema un po' per addetti ai lavori , pur nell'enorme importanza dello stesso per l'intera comunita' ) . La Sicilia e i siciliani , come sul Muos e per altre questioni, continuano ad esser burattini mossi da fili lontani e centro di oscuri interessi , mettendo al bando il diritto dei cittadini ad auto determinare alcune scelte fondamentali ed essenziali . La mentalita' emergenziale continua a dettare l'agenda del governo regionale . E non solo.
Per dare uno sguardo anche alla citta' di PAlermo , il sindaco e la giunta hanno praticamente appeso al chiodo ogni progettualita' e confronto con i cittadini , fagocitati dall'emergenza delle ex partecipate e dei lavoratori , allora assunti per puri calcoli politico clientelari e adesso difficili da mantenere.
Nulla di quanto detto da Orlando e' stato messo in sicurezza. Sulla questione dello Statuto comunale e sulla partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica ancora siamo alle pie intenzioni e belle poesie .
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venerdì, dicembre 27, 2013
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martedì 24 dicembre 2013
BUON NATALE da Voci Attive
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martedì, dicembre 24, 2013
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mercoledì 18 dicembre 2013
Concerto Keleusma
GIORNO 22 Dicembre 2013 alle ore 18,30 presso la monumentale Chiesa dell'Assunta, a Palermo ,il gruppo Keleusma presentera' un momento di spettacolo - riflessione sul Natale ,canti e cunti sulla nascita di Gesu', brani classici della tradizione sacra.
L'ingresso e' libero.
L'occasione e' anche utile ad apprezzare e osservare da vicino le bellezze artistiche -architettoniche e decorative di scuola serpottiana .
L'ingresso e' libero.
L'occasione e' anche utile ad apprezzare e osservare da vicino le bellezze artistiche -architettoniche e decorative di scuola serpottiana .
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mercoledì, dicembre 18, 2013
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Concerti di Natale del coro Cum Iubilo, 22/12 e 5/1 (MU2)
Concerti di Natale del coro Cum Iubilo, 22/12 e 5/1 (MU2)
Concerti di Natale
Dum medium silentium
Brani gregoriani, rinascimentali, barocchi, romantici, contemporanei e della tradizione popolare
Coro Cum Iubilo
Giovanni Scalici, direttore
Domenica 22 dicembre 2013 - ore 18.30
Oratorio di San Mercurio
Palermo - Vicolo San Giovanni degli Eremiti
In collaborazione con l'Associazione Amici dei Musei Siciliani
Ingresso 5 euro
Domenica 5 gennaio 2014 - ore 19.00
Chiesa S. Maria di Monte Oliveto (Badia Nuova)
Palermo - Via Incoronazione (adiacente alla Cattedrale)
Ingresso libero
Associazione Musicale "Coro Cum Iubilo"
http://www.corocumiubilo.it/
http://www.corocumiubilo.it/news.asp?a=46
http://www.facebook.com/pages/Coro-CumIubilo/141957602497
http://www.amicimuseisiciliani.it/index.php?option=com_content&task=view&id=42&Itemid=79
Brani gregoriani, rinascimentali, barocchi, romantici, contemporanei e della tradizione popolare
Coro Cum Iubilo
Giovanni Scalici, direttore
Domenica 22 dicembre 2013 - ore 18.30
Oratorio di San Mercurio
Palermo - Vicolo San Giovanni degli Eremiti
In collaborazione con l'Associazione Amici dei Musei Siciliani
Ingresso 5 euro
Domenica 5 gennaio 2014 - ore 19.00
Chiesa S. Maria di Monte Oliveto (Badia Nuova)
Palermo - Via Incoronazione (adiacente alla Cattedrale)
Ingresso libero
Associazione Musicale "Coro Cum Iubilo"
http://www.corocumiubilo.it/
http://www.corocumiubilo.it/news.asp?a=46
http://www.facebook.com/pages/Coro-CumIubilo/141957602497
http://www.amicimuseisiciliani.it/index.php?option=com_content&task=view&id=42&Itemid=79
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mercoledì, dicembre 18, 2013
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INVITO A PARTECIPARE ALLA CONFERENZA STAMPA DEI PROMOTORI DELLA PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE E DEI CONSIGLI COMUNALI
Mercoledi 18 dicembre si svolgerà dalle ore 11.00 a Palermo presso la Sala Rossa di Palazzo dei Normanni ARS la confernza stampa congiunta dei promotori della proposta di legge di iniziativa Popolare e dei Consigli Comunali per la ripubblicizzazione delle Acque in Sicilia.
Sindaci e movimenti del Coordinamento degli enti locali per l'acqua bene comune, del Forum dei Movimenti per l'Acqua e i Beni Comuni e del Comitato promotore della legge, esporranno alla stampa le iniziative che intendono mettere in campo per riaffermare il principio che la democrazia diretta, rappresentata dalla prima legge di iniziativa Popolare e Consiliare che sia mai stata sottoposta al Parlamento regionale, debba almeno ricevere dalla compagine politica una risposta. Ricordiamo infatti che dopo se mesi di discussione sul ddl Popolare e Consiliare, la IV Commissione Ambiente ARS ha accantonato il testo in favore del disegno di legge del Governo. Per questo sarà presentata una diffida al Presidente della Assemblea regionale ad agire l'art. 40 della legge 1/04 che prevede che il testo di legge assegnato alla Commissione competente, se non discusso, venga iscritto al primo punto dell’OdG della prima seduta utile in Parlamento.
Vi invitamo a partecipare ed a diffondere l'iniziativa.
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mercoledì, dicembre 18, 2013
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IL DISCORSO DI GEORGE SAUNDERS AGLI STUDENTI
IL DISCORSO DI GEORGE SAUNDERS AGLI STUDENTI
di minima&moralia pubblicato sabato, 14 dicembre 2013 · 4 Commenti
Pubblichiamo il testo del discorso che George Saunders, autore di Dieci dicembre, ha tenuto ai laureandi della Syracuse University del 2013. Questo testo – per il quale ringraziamo l’autore – compare qui integralmente e in forma ridotta sulla pagine culturali di Repubblica di oggi. Traduzione di Anna Bissanti. (Fonte immagine)
di George Saunders
Nel corso degli anni si è andata affermando una tradizione per questo tipo di discorsi, che potremmo sintetizzare come segue: un vecchio noioso e antiquato, con i migliori anni ormai alle spalle, che nel corso della sua vita ha commesso una serie di errori madornali (che sarei io), dà consigli dal profondo del cuore a un gruppo di giovani brillanti e pieni di energie che hanno davanti a sé i loro anni migliori (che sareste voi). E io intendo rispettare questa tradizione.
Ebbene, una delle cose più utili che si può fare con una persona anziana – oltre a prendere soldi in prestito o chiederle di eseguire uno dei “balli” dei suoi tempi, così da poterla osservare facendosi due risate – è chiederle: “Ripensando al passato, di che cosa ti rammarichi?”. E lei te lo dice. In qualche caso, come ben sapete, te lo dice anche se non glielo chiedi. In qualche altro caso ancora te lo dice perfino quando hai specificatamente chiesto che non te lo dica.
Bene: di che cosa mi rammarico? Di essere stato povero, di quando in quando? Non proprio. Di aver fatto mestieri tremendi, come “estrarre le articolazioni” in un mattatoio? (Che non vi venga assolutamente in mente di chiedermi che cosa ciò comporta.) No. Non mi rammarico di ciò. Di essermi tuffato senza nulla addosso in un fiume di Sumatra, un po’ alticcio, e di aver guardato in alto, e di aver visto qualcosa come trecento scimmie sedute su una tubatura intente a cagare di sotto, nel fiume, proprio quello nel quale stavo nuotando io, con la bocca spalancata e tutto nudo? E di essermi ammalato in seguito a ciò, e di essere stato male per i sette mesi successivi? Non proprio. Mi rammarico forse di aver fatto qualche sporadica figuraccia? Come quella volta che giocando a hockey di fronte a una gran folla – in mezzo alla quale c’era una ragazza che mi piaceva davvero tanto – caddi a terra emettendo un bizzarro suono stridulo, e non so come riuscii a segnare nella porta della mia squadra e al tempo stesso a scaraventare il bastone in mezzo alla folla e a colpire proprio quella ragazza? No. Non mi rammarico neppure di questo.
In verità mi rammarico di un’altra cosa: in seconda media nella nostra classe arrivò una ragazzina nuova. Nel rispetto della privacy, diciamo che il nome col quale ci fu presentata fu “Ellen”. Ellen era piccola, timida. Indossava occhiali blu dalla montatura a occhi di gatto, del tipo che all’epoca portavano soltanto le signore anziane. Quando era nervosa, in pratica quasi sempre, aveva l’abitudine di mettersi una ciocca di capelli in bocca e di masticarla.
Insomma, arrivò nella nostra scuola e nel nostro quartiere, e per lo più fu del tutto ignorata, in qualche caso presa in giro (“Sono saporiti i tuoi capelli?” e altre battute del genere). Mi rendevo conto che questo la feriva. Ricordo ancora come appariva dopo una villania di questo tipo: teneva gli occhi bassi, se ne stava un po’ ripiegata, come se avesse ricevuto un calcio nello stomaco, come se essendole appena stato ricordato il posto che occupava cercasse, per quanto possibile, di scomparire. Dopo un po’ scivolava via, con la ciocca di capelli ancora in bocca. A casa, dopo la scuola, immaginavo che sua mamma le chiedesse cose del tipo: “Come è andata oggi, tesoro?”. E lei rispondesse: “Oh, bene”. E sua madre forse le chiedeva anche: “Hai stretto amicizie?”, e lei rispondesse: “Sicuro, molte”.
Talvolta la vedevo bighellonare tutta sola nel giardino anteriore di casa sua, come se fosse timorosa di uscirne. E poi… Poi traslocarono. Ecco tutto. Nessuna tragedia. Nessuna grande presa in giro finale. Un giorno era lì, il giorno dopo era sparita. Fine della storia.
Ebbene, perché mai mi rammarico di ciò? Perché a distanza di quarant’anni ripenso ancora a quell’episodio? Rispetto alla maggior parte degli altri ragazzini, in realtà, io mi ero comportato abbastanza gentilmente con lei. Non le ho mai detto niente di sgradevole. Anzi, in qualche caso l’ho addirittura difesa (un po’). Eppure… Mi dispiace.
Ecco, questa è una cosa vera che adesso so di sicuro, anche se si tratta di qualcosa di un po’ trito e non so con esattezza che farne: ciò che rimpiango di più nella mia vita è aver mancato di essere gentile. Mi riferisco a quei momenti in cui davanti a me c’era un altro essere umano, addolorato, e io ho reagito… assennatamente. In modo riservato. Bonario.
Oppure, se vogliamo vedere le cose dall’altra parte, potremmo chiederci: chi ricordi con maggior affetto nel corso della tua vita? Con la più innegabile sensazione di cordialità? Quelli che sono stati maggiormente gentili nei tuoi confronti, scommetto.
Sarà forse un po’ semplicistico, e sicuramente difficile da mettere in pratica, ma direi che come obiettivo nella vostra vita fareste bene a “cercare di essere più gentili”.
Ed eccoci alla domanda da un milione di dollari: qual è il nostro problema? Perché non siamo più gentili? Questo è quanto penso io in proposito:
Ciascuno di noi viene al mondo con una serie di malintesi innati che quasi certamente hanno un’origine darwiniana. Mi riferisco a: 1) noi siamo il centro dell’universo (in altri termini, la nostra storia personale è la storia più importante e interessante al mondo. Anzi, in realtà è l’unica storia che conti); 2) noi siamo qualcosa di diverso e distinto dall’universo (sì, certo ci siamo noi e poi, laggiù, c’è tutto il resto, cani e altalene e lo Stato del Nebraska e le nuvole basse e, sì, è vero, anche tanta altra gente); e 3) noi siamo eterni (la morte esiste, sì, certo, ma riguarda te, non me).
Ebbene, noi non crediamo veramente a queste cose – a livello intellettuale non siamo certo così ingenui – ma ci crediamo a livello viscerale, e viviamo in modo conforme a ciò che crediamo, al punto che queste cose fanno sì che noi riteniamo prioritarie le nostre esigenze rispetto a quelle altrui, anche se ciò che vogliamo davvero, nel profondo dei nostri cuori, è essere meno egoisti, più consapevoli di quello che sta accadendo nel momento presente, più aperti, più amorevoli.
Ed eccoci alla seconda domanda da un milione di dollari: come possiamo riuscire a fare una cosa del genere? Come possiamo diventare più premurosi, più aperti, meno egoisti, più presenti, meno deludenti e così via?
Già, bella domanda…
Purtroppo, mi restano soltanto tre minuti ancora…
Lasciate dunque che vi dica questo: il modo c’è. Voi già lo sapete, del resto, poiché nella vostra vita avete conosciuto periodi di Grande Gentilezza e periodi di Poca Gentilezza, e già sapete che cosa vi ha spinti verso i primi e lontano dai secondi. Una buona istruzione serve. Immergersi in un’opera d’arte serve. Pregare serve. Meditare serve. Una chiacchierata schietta con un caro amico serve. Sentirsi parte di una tradizione spirituale serve. Riconoscere che ci sono state innumerevoli persone davvero intelligenti prima di noi che si sono poste queste stesse domande e ci hanno lasciato le loro risposte serve.
Il fatto è che si finisce con lo scoprire che essere gentili è difficile. Perché essere gentili all’inizio è essere tutti arcobaleni e cucciolotti, ma poi si espande, fino a includere… beh, proprio tutto.
Una cosa gioca a nostro favore: parte di questo diventare più gentili capita naturalmente, con l’età. Può trattarsi di una semplice questione di logoramento: a mano a mano che invecchiamo impariamo ad accorgerci di quanto sia inutile essere egoisti. Di quanto sia illogico, davvero. Iniziamo ad amare il prossimo e così facendo riceviamo una sorta di contrordine in merito alla nostra centralità. La vita reale ci prende a calci nel sedere, e la gente accorre in nostra difesa e in nostro aiuto, e così impariamo che non siamo separati dagli altri, né vogliamo esserlo. Vediamo le persone a noi vicine e a noi care indebolirsi, e poco alla volta ci convinciamo che forse anche noi un giorno saremo più deboli (un giorno, tra tanto tempo). La maggior parte delle persone, quando invecchia, diventa meno egoista e più amorevole. Penso che sia proprio vero. Il grande poeta di Syracuse Hayden Carruth quasi al termine della sua vita in una poesia scrisse di sentirsi “per lo più amore, ormai”.
Ed eccovi la mia previsione, il mio augurio di tutto cuore per voi: a mano a mano che invecchierete, il vostro Io diminuirà e crescerete nell’amore. L’IO sarà sostituito poco alla volta dall’AMORE. Se avrete figli, quello sarà un momento di enorme rimpicciolimento della vostra centralità. A quel punto non vi interesserà più ciò che accadrà a voi, purché siano loro a beneficiarne. Questo è uno dei motivi per i quali i vostri genitori oggi sono così orgogliosi e felici. Uno dei loro sogni più caramente accarezzatisi è trasformato in realtà: voi avete portato a compimento qualcosa di difficile e di tangibile che vi ha fatto crescere come persone e vi renderà la vita migliore, da adesso in poi, per sempre.
Congratulazioni, a proposito!
Da giovani siamo impazienti, come è giusto che sia, di scoprire se possediamo tutto ciò che ci serve. Ce la faremo? Riusciremo a costruirci una vita degna di questo nome? Ma voi – in particolare voi, di questa generazione – forse avrete notato un certa qualità ciclica in questa ambizione. Andate bene al liceo nella speranza di riuscire a entrare in una buona università, così da andare bene all’università nella speranza di riuscire a ottenere un buon posto di lavoro, così da poter svolgere bene il vostro lavoro nella speranza di riuscire a…
E tutto ciò è sicuramente ok. Se dobbiamo diventare più gentili, questo processo include il fatto di prenderci sul serio, in qualità di persone che agiscono, che portano a termine le cose, che sognano. Sì, dobbiamo fare proprio questo: essere il meglio di ciò che possiamo essere.
Tuttavia, il successo è inaffidabile. “Avere successo”, a prescindere da ciò che può voler dire per voi, è difficile, e la necessità di farlo sempre si rinnova di continuo (il successo è come una montagna che continua a innalzarsi nel momento stesso in cui la scaliamo), ed esiste il pericolo molto concreto che per “avere successo” sia necessaria la vita intera, mentre le grandi domande restano senza risposta.
Ed eccovi dunque un consiglio veloce, per congedarmi al termine di questo discorso: dato che secondo la mia opinione la vostra vita sarà un viaggio che vi porterà ad essere più gentili e più amorevoli, sbrigatevi. Fate presto. Iniziate subito. In ciascuno di noi c’è un equivoco di fondo, un vero malessere in verità. Si tratta dell’egoismo. Ma la cura esiste. Siate quindi gentili e proattivi e addirittura in un certo senso i pazienti di voi stessi – cercate le medicine più efficaci contro l’egoismo, cercatele con tutte le vostre energie, per tutto il resto della vostra vita.
Fate tutte le altre cose, quelle ambiziose – viaggiare, diventare ricchi, acquistare fama, essere innovativi, essere leader, innamorarsi, fare fortuna e perderla, nuotare nudi nei fiumi in mezzo alla giungla (dopo aver controllato che non ci siano in giro scimmie che cagano) – ma qualsiasi cosa farete, nella misura del possibile eccedete in gentilezza. Fate ciò che vi può indirizzare verso le risposte a quelle grandi domande, cercando di tenervi alla larga dalle cose che possono sminuirvi e rendervi banali. Quella luminosa parte di voi che esiste al di là della vostra personalità – la vostra anima, se credete – è tanto luminosa e brillante quanto nessun’altra. Luminosa come quella di Shakespeare, luminosa come quella di Gandhi, luminosa come quella di Madre Teresa. Sbarazzatevi di tutto ciò che vi può tenere lontani da quella luminosità nascosta. Credete nella sua esistenza, cercate di conoscerla meglio, coltivatela, condividetene incessantemente i frutti.
E un giorno, tra 80 anni, quando voi ne avrete 100 e io 134, quando saremo tutti così gentili e premurosi da risultare quasi insopportabili, scrivetemi due righe. Fatemi sapere come è stata la vostra vita. Spero tanto che mi scriviate: è stata meravigliosa.
Congratulazioni, laureati del 2013.
Vi auguro tanta felicità, tutta la fortuna del mondo e un’estate splendida.
© George Saunders, 2013 – Tutti i diritti riservati
di minima&moralia pubblicato sabato, 14 dicembre 2013 · 4 Commenti
Pubblichiamo il testo del discorso che George Saunders, autore di Dieci dicembre, ha tenuto ai laureandi della Syracuse University del 2013. Questo testo – per il quale ringraziamo l’autore – compare qui integralmente e in forma ridotta sulla pagine culturali di Repubblica di oggi. Traduzione di Anna Bissanti. (Fonte immagine)
di George Saunders
Nel corso degli anni si è andata affermando una tradizione per questo tipo di discorsi, che potremmo sintetizzare come segue: un vecchio noioso e antiquato, con i migliori anni ormai alle spalle, che nel corso della sua vita ha commesso una serie di errori madornali (che sarei io), dà consigli dal profondo del cuore a un gruppo di giovani brillanti e pieni di energie che hanno davanti a sé i loro anni migliori (che sareste voi). E io intendo rispettare questa tradizione.
Ebbene, una delle cose più utili che si può fare con una persona anziana – oltre a prendere soldi in prestito o chiederle di eseguire uno dei “balli” dei suoi tempi, così da poterla osservare facendosi due risate – è chiederle: “Ripensando al passato, di che cosa ti rammarichi?”. E lei te lo dice. In qualche caso, come ben sapete, te lo dice anche se non glielo chiedi. In qualche altro caso ancora te lo dice perfino quando hai specificatamente chiesto che non te lo dica.
Bene: di che cosa mi rammarico? Di essere stato povero, di quando in quando? Non proprio. Di aver fatto mestieri tremendi, come “estrarre le articolazioni” in un mattatoio? (Che non vi venga assolutamente in mente di chiedermi che cosa ciò comporta.) No. Non mi rammarico di ciò. Di essermi tuffato senza nulla addosso in un fiume di Sumatra, un po’ alticcio, e di aver guardato in alto, e di aver visto qualcosa come trecento scimmie sedute su una tubatura intente a cagare di sotto, nel fiume, proprio quello nel quale stavo nuotando io, con la bocca spalancata e tutto nudo? E di essermi ammalato in seguito a ciò, e di essere stato male per i sette mesi successivi? Non proprio. Mi rammarico forse di aver fatto qualche sporadica figuraccia? Come quella volta che giocando a hockey di fronte a una gran folla – in mezzo alla quale c’era una ragazza che mi piaceva davvero tanto – caddi a terra emettendo un bizzarro suono stridulo, e non so come riuscii a segnare nella porta della mia squadra e al tempo stesso a scaraventare il bastone in mezzo alla folla e a colpire proprio quella ragazza? No. Non mi rammarico neppure di questo.
In verità mi rammarico di un’altra cosa: in seconda media nella nostra classe arrivò una ragazzina nuova. Nel rispetto della privacy, diciamo che il nome col quale ci fu presentata fu “Ellen”. Ellen era piccola, timida. Indossava occhiali blu dalla montatura a occhi di gatto, del tipo che all’epoca portavano soltanto le signore anziane. Quando era nervosa, in pratica quasi sempre, aveva l’abitudine di mettersi una ciocca di capelli in bocca e di masticarla.
Insomma, arrivò nella nostra scuola e nel nostro quartiere, e per lo più fu del tutto ignorata, in qualche caso presa in giro (“Sono saporiti i tuoi capelli?” e altre battute del genere). Mi rendevo conto che questo la feriva. Ricordo ancora come appariva dopo una villania di questo tipo: teneva gli occhi bassi, se ne stava un po’ ripiegata, come se avesse ricevuto un calcio nello stomaco, come se essendole appena stato ricordato il posto che occupava cercasse, per quanto possibile, di scomparire. Dopo un po’ scivolava via, con la ciocca di capelli ancora in bocca. A casa, dopo la scuola, immaginavo che sua mamma le chiedesse cose del tipo: “Come è andata oggi, tesoro?”. E lei rispondesse: “Oh, bene”. E sua madre forse le chiedeva anche: “Hai stretto amicizie?”, e lei rispondesse: “Sicuro, molte”.
Talvolta la vedevo bighellonare tutta sola nel giardino anteriore di casa sua, come se fosse timorosa di uscirne. E poi… Poi traslocarono. Ecco tutto. Nessuna tragedia. Nessuna grande presa in giro finale. Un giorno era lì, il giorno dopo era sparita. Fine della storia.
Ebbene, perché mai mi rammarico di ciò? Perché a distanza di quarant’anni ripenso ancora a quell’episodio? Rispetto alla maggior parte degli altri ragazzini, in realtà, io mi ero comportato abbastanza gentilmente con lei. Non le ho mai detto niente di sgradevole. Anzi, in qualche caso l’ho addirittura difesa (un po’). Eppure… Mi dispiace.
Ecco, questa è una cosa vera che adesso so di sicuro, anche se si tratta di qualcosa di un po’ trito e non so con esattezza che farne: ciò che rimpiango di più nella mia vita è aver mancato di essere gentile. Mi riferisco a quei momenti in cui davanti a me c’era un altro essere umano, addolorato, e io ho reagito… assennatamente. In modo riservato. Bonario.
Oppure, se vogliamo vedere le cose dall’altra parte, potremmo chiederci: chi ricordi con maggior affetto nel corso della tua vita? Con la più innegabile sensazione di cordialità? Quelli che sono stati maggiormente gentili nei tuoi confronti, scommetto.
Sarà forse un po’ semplicistico, e sicuramente difficile da mettere in pratica, ma direi che come obiettivo nella vostra vita fareste bene a “cercare di essere più gentili”.
Ed eccoci alla domanda da un milione di dollari: qual è il nostro problema? Perché non siamo più gentili? Questo è quanto penso io in proposito:
Ciascuno di noi viene al mondo con una serie di malintesi innati che quasi certamente hanno un’origine darwiniana. Mi riferisco a: 1) noi siamo il centro dell’universo (in altri termini, la nostra storia personale è la storia più importante e interessante al mondo. Anzi, in realtà è l’unica storia che conti); 2) noi siamo qualcosa di diverso e distinto dall’universo (sì, certo ci siamo noi e poi, laggiù, c’è tutto il resto, cani e altalene e lo Stato del Nebraska e le nuvole basse e, sì, è vero, anche tanta altra gente); e 3) noi siamo eterni (la morte esiste, sì, certo, ma riguarda te, non me).
Ebbene, noi non crediamo veramente a queste cose – a livello intellettuale non siamo certo così ingenui – ma ci crediamo a livello viscerale, e viviamo in modo conforme a ciò che crediamo, al punto che queste cose fanno sì che noi riteniamo prioritarie le nostre esigenze rispetto a quelle altrui, anche se ciò che vogliamo davvero, nel profondo dei nostri cuori, è essere meno egoisti, più consapevoli di quello che sta accadendo nel momento presente, più aperti, più amorevoli.
Ed eccoci alla seconda domanda da un milione di dollari: come possiamo riuscire a fare una cosa del genere? Come possiamo diventare più premurosi, più aperti, meno egoisti, più presenti, meno deludenti e così via?
Già, bella domanda…
Purtroppo, mi restano soltanto tre minuti ancora…
Lasciate dunque che vi dica questo: il modo c’è. Voi già lo sapete, del resto, poiché nella vostra vita avete conosciuto periodi di Grande Gentilezza e periodi di Poca Gentilezza, e già sapete che cosa vi ha spinti verso i primi e lontano dai secondi. Una buona istruzione serve. Immergersi in un’opera d’arte serve. Pregare serve. Meditare serve. Una chiacchierata schietta con un caro amico serve. Sentirsi parte di una tradizione spirituale serve. Riconoscere che ci sono state innumerevoli persone davvero intelligenti prima di noi che si sono poste queste stesse domande e ci hanno lasciato le loro risposte serve.
Il fatto è che si finisce con lo scoprire che essere gentili è difficile. Perché essere gentili all’inizio è essere tutti arcobaleni e cucciolotti, ma poi si espande, fino a includere… beh, proprio tutto.
Una cosa gioca a nostro favore: parte di questo diventare più gentili capita naturalmente, con l’età. Può trattarsi di una semplice questione di logoramento: a mano a mano che invecchiamo impariamo ad accorgerci di quanto sia inutile essere egoisti. Di quanto sia illogico, davvero. Iniziamo ad amare il prossimo e così facendo riceviamo una sorta di contrordine in merito alla nostra centralità. La vita reale ci prende a calci nel sedere, e la gente accorre in nostra difesa e in nostro aiuto, e così impariamo che non siamo separati dagli altri, né vogliamo esserlo. Vediamo le persone a noi vicine e a noi care indebolirsi, e poco alla volta ci convinciamo che forse anche noi un giorno saremo più deboli (un giorno, tra tanto tempo). La maggior parte delle persone, quando invecchia, diventa meno egoista e più amorevole. Penso che sia proprio vero. Il grande poeta di Syracuse Hayden Carruth quasi al termine della sua vita in una poesia scrisse di sentirsi “per lo più amore, ormai”.
Ed eccovi la mia previsione, il mio augurio di tutto cuore per voi: a mano a mano che invecchierete, il vostro Io diminuirà e crescerete nell’amore. L’IO sarà sostituito poco alla volta dall’AMORE. Se avrete figli, quello sarà un momento di enorme rimpicciolimento della vostra centralità. A quel punto non vi interesserà più ciò che accadrà a voi, purché siano loro a beneficiarne. Questo è uno dei motivi per i quali i vostri genitori oggi sono così orgogliosi e felici. Uno dei loro sogni più caramente accarezzatisi è trasformato in realtà: voi avete portato a compimento qualcosa di difficile e di tangibile che vi ha fatto crescere come persone e vi renderà la vita migliore, da adesso in poi, per sempre.
Congratulazioni, a proposito!
Da giovani siamo impazienti, come è giusto che sia, di scoprire se possediamo tutto ciò che ci serve. Ce la faremo? Riusciremo a costruirci una vita degna di questo nome? Ma voi – in particolare voi, di questa generazione – forse avrete notato un certa qualità ciclica in questa ambizione. Andate bene al liceo nella speranza di riuscire a entrare in una buona università, così da andare bene all’università nella speranza di riuscire a ottenere un buon posto di lavoro, così da poter svolgere bene il vostro lavoro nella speranza di riuscire a…
E tutto ciò è sicuramente ok. Se dobbiamo diventare più gentili, questo processo include il fatto di prenderci sul serio, in qualità di persone che agiscono, che portano a termine le cose, che sognano. Sì, dobbiamo fare proprio questo: essere il meglio di ciò che possiamo essere.
Tuttavia, il successo è inaffidabile. “Avere successo”, a prescindere da ciò che può voler dire per voi, è difficile, e la necessità di farlo sempre si rinnova di continuo (il successo è come una montagna che continua a innalzarsi nel momento stesso in cui la scaliamo), ed esiste il pericolo molto concreto che per “avere successo” sia necessaria la vita intera, mentre le grandi domande restano senza risposta.
Ed eccovi dunque un consiglio veloce, per congedarmi al termine di questo discorso: dato che secondo la mia opinione la vostra vita sarà un viaggio che vi porterà ad essere più gentili e più amorevoli, sbrigatevi. Fate presto. Iniziate subito. In ciascuno di noi c’è un equivoco di fondo, un vero malessere in verità. Si tratta dell’egoismo. Ma la cura esiste. Siate quindi gentili e proattivi e addirittura in un certo senso i pazienti di voi stessi – cercate le medicine più efficaci contro l’egoismo, cercatele con tutte le vostre energie, per tutto il resto della vostra vita.
Fate tutte le altre cose, quelle ambiziose – viaggiare, diventare ricchi, acquistare fama, essere innovativi, essere leader, innamorarsi, fare fortuna e perderla, nuotare nudi nei fiumi in mezzo alla giungla (dopo aver controllato che non ci siano in giro scimmie che cagano) – ma qualsiasi cosa farete, nella misura del possibile eccedete in gentilezza. Fate ciò che vi può indirizzare verso le risposte a quelle grandi domande, cercando di tenervi alla larga dalle cose che possono sminuirvi e rendervi banali. Quella luminosa parte di voi che esiste al di là della vostra personalità – la vostra anima, se credete – è tanto luminosa e brillante quanto nessun’altra. Luminosa come quella di Shakespeare, luminosa come quella di Gandhi, luminosa come quella di Madre Teresa. Sbarazzatevi di tutto ciò che vi può tenere lontani da quella luminosità nascosta. Credete nella sua esistenza, cercate di conoscerla meglio, coltivatela, condividetene incessantemente i frutti.
E un giorno, tra 80 anni, quando voi ne avrete 100 e io 134, quando saremo tutti così gentili e premurosi da risultare quasi insopportabili, scrivetemi due righe. Fatemi sapere come è stata la vostra vita. Spero tanto che mi scriviate: è stata meravigliosa.
Congratulazioni, laureati del 2013.
Vi auguro tanta felicità, tutta la fortuna del mondo e un’estate splendida.
© George Saunders, 2013 – Tutti i diritti riservati
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mercoledì, dicembre 18, 2013
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Associazione musicale Albert Schweitzer
Concerti natalizi Associazione musicale Albert Schweitzer (MU2)
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Associazione musicale Albert Schweitzer
In Dulci Jubilo
Concerti in occasione del Natale 2013
musiche organistiche e per ensemble
incontri musicali spirituali
Omaggio ad Arcangelo Corelli nel 300° anniversario
Omaggio a Padre Davide Da Bergamo nel 150° anniversario
Basilica SS. Trinità La Magione di Palermo
Sabato 21 dicembre 2013 ore 20,15
Basilica SS. Trinità La Magione di Palermo
Domenica 29 dicembre 2013 ore 20,15
Ensemble La Folie Baroque
soprano Maria Antonietta Bruno
violino barocco Francesco La Bruna
violoncelli Carmelo Nicotra, Massimo Frangipane
contrabbasso Michele Ciringione
auto, marranzano e percussioni Salvatore Garbo
organo Franco Vito Gaiezza
musiche di Corelli, Padre Davide da Bergamo, Anonimi
INGRESSO GRATUITO
Associazione musicale Albert Schweitzer
In Dulci Jubilo
Concerti in occasione del Natale 2013
musiche organistiche e per ensemble
incontri musicali spirituali
Omaggio ad Arcangelo Corelli nel 300° anniversario
Omaggio a Padre Davide Da Bergamo nel 150° anniversario
L’associazione musicale Albert Schweitzer propone, con il ciclo di concerti, un giro musicale e turistico, attraverso la fruizione di siti architettonici ecclesiastici di rilievo, in occasione del Natale in Sicilia.
Appuntamenti musicali e culturali che coinvolgeranno il Duomo di Trapani e la Basilica SS. Trinità la Magione di Palermo.
Le musiche scelte per l’occasione prendono spunto dalle ricorrenze dei musicisti Arcangelo Corelli, Padre Davide Da Bergamo, nei rispettivi centenari.
Il programma musicale prevede l’esecuzione di musiche organistiche e vocali di compositori europei e italiani.
Particolare risalto verrà dato al Natale e dunque a pastorali organistiche da eseguirsi su storici organi a canne del territorio isolano e a canti tradizionali religiosi.
Ogni concerto verrà presentato sia nella veste culturale (cenni storici della Chiesa, dell’organo ecc.) che nella veste musicale (musicisti, commento ai brani, letture poetiche).
Naturalmente l’Associazione Schweitzer, per l’organizzazione e realizzazione dei concerti natalizi 2013, si è rivolta ai giovani talenti dell’isola e ad artisti che operano in Italia e a all’estero da più di venti anni.
Calendario dei Concerti
Cattedrale di Trapani
Venerdì 20 dicembre 2013 ore 19,30
organista Paolo Springhetti
con la partecipazione dell’organista Leonardo Nicotra
musiche di Buxtehude ed improvvisazioni
Venerdì 20 dicembre 2013 ore 19,30
organista Paolo Springhetti
con la partecipazione dell’organista Leonardo Nicotra
musiche di Buxtehude ed improvvisazioni
Basilica SS. Trinità La Magione di Palermo
Sabato 21 dicembre 2013 ore 20,15
Musica organistica tedesca ispirata al Natale
organista Paolo Springhetti
musiche di Buxtehude ed improvvisazioni
organista Paolo Springhetti
musiche di Buxtehude ed improvvisazioni
Basilica SS. Trinità La Magione di Palermo
Domenica 29 dicembre 2013 ore 20,15
Ensemble La Folie Baroque
soprano Maria Antonietta Bruno
violino barocco Francesco La Bruna
violoncelli Carmelo Nicotra, Massimo Frangipane
contrabbasso Michele Ciringione
auto, marranzano e percussioni Salvatore Garbo
organo Franco Vito Gaiezza
musiche di Corelli, Padre Davide da Bergamo, Anonimi
INGRESSO GRATUITO
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mercoledì, dicembre 18, 2013
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Concerti e spettacoli al Malaussene
mercoledì 18 alle 21.00
"L'isola" concerto per parola e violoncello
Oggi 18 dicembre, in occasione della "Giornata mondiale per i Diritti dei Migranti e dei Rifugiati" il Malaussène presenta un lavoro scritto e sceneggiato da Francesca Picone, con Bintu Angla Badiane e Davide Alfano:
l'Isola, concerto per parole e violoncello.
Il testo tratto dal romanzo: La casa la caverna l’isola di Francesca Picone, racconta la storia di una giovane extracomunitaria che sbarca a Lampedusa.
Lo spettacolo è un dialogo ammaliante tra il violoncello di Davide Alfano e la narrazione di Bintu Agla Badiane; una narrazione che parte dalla voce, coinvolgendo il corpo e l’anima;
La storia, i gesti, le sonorità struggenti del violoncello, canzoni e gospel, colori, danze e oggetti di scena che prendono vita, compongono questo concerto fuori dagli schemi.
l'Isola, concerto per parole e violoncello.
Il testo tratto dal romanzo: La casa la caverna l’isola di Francesca Picone, racconta la storia di una giovane extracomunitaria che sbarca a Lampedusa.
Lo spettacolo è un dialogo ammaliante tra il violoncello di Davide Alfano e la narrazione di Bintu Agla Badiane; una narrazione che parte dalla voce, coinvolgendo il corpo e l’anima;
La storia, i gesti, le sonorità struggenti del violoncello, canzoni e gospel, colori, danze e oggetti di scena che prendono vita, compongono questo concerto fuori dagli schemi.
Ingresso € 3,00 con Tessera Arci
giovedì 19 alle 18.00
No Muos No Mafia Tour
Il Malaussène vi invita a partecipare alla serata organizzata dall' associazione Radio Aut per la presentazione del "No Muos-No Mafia tour", evento che vedrà questa associazione girare l'Italia e la Sicilia per mettere in evidenza il filo che collega la lotta contro il Muos a tutte le battaglie portate avanti dalle associazioni con cui appunto Radio Aut negli anni è venuta in contatto.
Programma:
Programma:
Ore 18.00: inaugurazione mostra fotografica (Foto di Fabio D'Alessandro, Danila D'Amico, Nicolò Verde)
Ore 19.00: dibattito: "Mafia, Muos e repressione"
Ore 20.00: Cena sociale benefit per spese legali (a cura del Sukus Clan)
Ore 21.00: Proiezione documentario "La forza dei movimenti"
venerdì 20 alle 21.00
Natale in tempo di crisi
Di e con Rosalia Billeci ( attrice)
Nicola Marchese (chitarrista)
Marisa Rainieri (mezzosoprano)
Giulia Mangiaracina (Cantante)
Uno spettacolo semiserio, leggero e ironico - per voce recitante, mezzosoprano, cantante e musicista - tesse insieme monologhi, canti, brani letterari, poesie che hanno come tema il Natale di sempre, in particolare nella nostra tradizione, e di oggi con tutte le sue implicazioni.
Vogliamo celebrare un Natale che sia un inno all’essenzialità, nutrimento dell’anima, vera condivisione, coralità, che trascenda l’aspetto religioso tout court per diventare festa della “religiosità” (da “re-ligio” “connettere”), sentimento che spinge gli esseri umani a cercare connessioni, legami, fili che diano senso all’esistenza; un’idea del Natale lontana da quello consumistico dei gadget e delle abbuffate in cui si era trasformata.
Si parla al passato perché, già da tempo sprofondati in una povertà valoriale e in una condizione di solitudine individuale e collettiva, la recessione economica ci costringe a cambiare rotta - mai come in questo caso vale il detto “ non tutti i mali vengono per nuocere” - a riformulare una nuova scala di valori e a dare un nuovo senso alla nostra esistenza.
Ingresso € 3,00 con Tessera Arci
sabato 21 alle 22.00
Nova Orquestra Scaletta
A Nova Orquestra è un gruppo musicale che si è formato a Castelbuono nel 2011, formato da diciotto persone, con lo scopo principale di riproporre in modo quanto più fedele all'originale brani musicali della tradizione siciliana.
Ha tenuto con questa impostazione dei concerti negli ultimi due anni in occasione di festività tradizionali, religiose e laiche (Natale, carnevale, venerdì santo). Il gruppo ha anche poi tenuto altri concerti arricchendo il proprio repertorio con canzoni siciliane di altro genere (serenate, romanze, canti delle feste), anche già note e d'autore. Ne fanno parte alcuni musicisti, mentre gli altri esecutori provengono da diverse formazioni musicali (popolare, bandistica, corale). Ha registrato un album di canzoni natalizie, in via di incisione.
Si presenta al Malaussène in una formazione ridotta, ed eseguirà un repertorio selezionato tra i vari generi toccati dal gruppo.
Ingresso € 3,00 con Tessera Arci
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mercoledì, dicembre 18, 2013
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mercoledì 11 dicembre 2013
Viaggiu dulurusu
LVIA e Vivi e Lassa Viviri in collaborazione con Saverio’s band e
Centro Sociale San Saverio
t’invitano a vivere il
Viaggiu dulurusu per ricordare i "viaggiu dulurusi "di tanti africani in cerca di lavoro e
di serenità e per prepararsi a un Natale di solidarietà e condivisione vera
12 dicembre ore 20.30 Teatro Murialdo c/o Istituto Artigianelli – Cefalù
14 dicembre ore 21.00 Chiesa di S. Giovanni Bosco via Dante Alighieri, 97 - Bagheria
15 dicembre ore 19.00 Chiesa di S. Maria della Pace p.zza Cappuccini, 1 – Palermo
18 dicembre ore 21.00 Chiesa di S. Gabriele Arcangelo p.zza S. Gabriele A. 4 – Palermo
20 dicembre ore 18.30 Chiesa di S. Caterina presso villa Palmeri - Termini Imerese
22 dicembre ore 21.00 Chiesa di S. Francesco Saverio all’Albergheria – Palermo
28 dicembre ore 16.00 Chiesa Cristiana Avventista via Gioacchino Di Marzo, 25 – Palermo
29 dicembre ore 19.00 Chiesa di San Gregorio Papa via Porta Carini – Palermo
Info: sicilia@lvia.it 3289273481
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mercoledì, dicembre 11, 2013
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sabato 7 dicembre 2013
Onore a Nelson Mandela
http://tg24.sky.it/tg24/mondo/photogallery/2013/12/05/nelson_mandela_sudafrica_una_vita_in_foto.html
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sabato, dicembre 07, 2013
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martedì 3 dicembre 2013
Rassegna “Palermo Musica Antica".
Ultimo concerto della XXIV Rassegna “Palermo Musica Antica".
Oratorio di S. Cita, Palermo, venerdì 6 dicembre, ore 21,15.
Clavicembalista Rossella Policardo
Ingresso: intero € 7,00; ridotto € 5,00
Ass. “Orchestra barocca siciliana”, info 347 7572161 leselements@libero.it
La clavicembalista ventiduenne Rossella Policardo è il talento che si è
clamorosamente imposto, negli ultimi anni, all’interno del Dipartimento di
Musica Antica del Conservatorio di Palermo. Diplomata con Basilio Timpanaro
e fra i vincitori, nel 2011 e nel 2013, dei Concorsi “Gianni Gambi” e “Amelia
Bianchi”, si è esibita da solista al LX Mozartfestival di Augsburg ed è
attualmente impegnata con l’Orchestra Barocca Europea e con gli ensembles
della “Cappella della Pietà dei Turchini” di Napoli.
Oratorio di S. Cita, Palermo, venerdì 6 dicembre, ore 21,15.
Clavicembalista Rossella Policardo
Ingresso: intero € 7,00; ridotto € 5,00
Ass. “Orchestra barocca siciliana”, info 347 7572161 leselements@libero.it
La clavicembalista ventiduenne Rossella Policardo è il talento che si è
clamorosamente imposto, negli ultimi anni, all’interno del Dipartimento di
Musica Antica del Conservatorio di Palermo. Diplomata con Basilio Timpanaro
e fra i vincitori, nel 2011 e nel 2013, dei Concorsi “Gianni Gambi” e “Amelia
Bianchi”, si è esibita da solista al LX Mozartfestival di Augsburg ed è
attualmente impegnata con l’Orchestra Barocca Europea e con gli ensembles
della “Cappella della Pietà dei Turchini” di Napoli.
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martedì, dicembre 03, 2013
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domenica 1 dicembre 2013
Solidarieta' economica in Costituzione
Tutti siamo tenuti a concorrere a un’Italia migliore
Gela, 27 novembre 2013
Il dibattito politico di questi giorni, tutto impostato sui temi economici per avvallare le scelte presenti nella Legge di Stabilità approvata ieri al Senato e in dibattito alla Camera, ha sollecitato il nostro Movimento ad esprimere il nostro pensiero su un tema delicato ed oggi vituperato come le tasse. La “solidarietà economica” espressa nell’articolo 53 della nostra Costituzione (“Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva”) è oggi mal interpretata e, soprattutto a nostro avviso, mal declinata.
L’attuale crisi interpella e inquieta tutti. Ancor di più le scelte che ci sono proposte per uscirne. Come volontari abbiamo scelto di vivere questa crisi con la “serena inquietudine” di chi pur vedendo i segnali di paura e chiusura egoistica che potrebbero rendere più frammentato e conflittuale il nostro Paese, al contempo immagina la possibilità di uscirne insieme, mettendo in gioco ciascuno le proprie responsabilità, la condivisione delle esperienze, la passione per il bene comune.
È il cammino che abbiamo intrapreso come Mo.V.I. con “Strade nuove per ...” e che ci sta aiutando a capire come possiamo agire individualmente e collettivamente per sperimentare nuove relazioni interpersonali e comunitarie, spenderci per un welfare efficace, accogliente e inclusivo, prenderci cura dei beni comuni, costruire un futuro sostenibile.
In altre parole, come anticipare il nuovo che è già in mezzo a noi.
Ecco, di seguito, la riflessione che vogliamo condividere all’interno ma anche all’esterno del Mo.V.I. presentandola a chi vorrà profondere, assieme a noi, il proprio impegno nella rimozione delle cause – sempre più profonde - che generano emarginazione e degrado nel nostro Paese.----------Non c’è futuro per l’Italia senza solidarietà e non c’è solidarietà senza le tasseLegge di stabilità e rischio di maggiore disuguaglianza.Da volontari siamo sconcertati dal dibattito in atto nel Paese sulla Legge di stabilità e siamo preoccupati dalla mancanza di segnali chiari e significativi a favore di politiche di equità e solidarietà nel testo approvato ieri al Senato. Siamo un Paese sempre più disuguale, nel quale si continuano a stanziare risorse esigue per le politiche attive d’inclusione sociale, a tagliare i fondi per l’infanzia e l’adolescenza, a sottovalutare il problema delle persone non autosufficienti, con la motivazione che i soldi non bastano. Eppure i soldi ci sono. Basta non aver paura delle tasse, liberandosi dall’ideologia che le ha dipinte come il peggiore dei mali, discutendo piuttosto su come vengono utilizzate.Le tasse sono una forma di “solidarietà economica”, quella che la Costituzione Repubblicana indica come dovere inderogabile per tutti. E le tasse, secondo la Costituzione, dovrebbero essere progressive, cioè essere pagate in percentuali maggiori da chi ha redditi più alti. È un principio di giustizia, che consente di attuare una redistribuzione della ricchezza, ma è anche un principio di elementare intelligenza economica, perché aumenta il numero di chi può accedere ai consumi e alimentare la produzione.Ridotta la progressività delle tasse, aumentata la disuguaglianza. Negli ultimi decenni, la progressività delle imposte si è ridotta e, contemporaneamente, la disuguaglianza è aumentata. Nel 1988 i redditi più alti (oltre i 300mila euro) pagavano il 62% di Irpef, mentre quelli più bassi il 12%. Nel 2013 i redditi più alti pagano il 43% mentre quelli più bassi il 23%. Lo slogan “meno tasse per tutti” ha nascosto la pratica del “meno tasse per i ricchi”, una sorta di Robin Hood alla rovescia! La politica italiana ha così costruito un sistema fiscale ingiusto, odiato dai cittadini e ucciso l’idea stessa di solidarietà voluta dalla Costituzione!Pagare le tasse: perché? La battaglia politica per la riduzione delle tasse (ai soli ricchi, come si è visto) si è tradotta anche in una battaglia culturale contro l’idea stessa delle tasse, rappresentate con l’immagine di uno Stato che mette le mani nelle tasche degli Italiani, con l’inevitabile conseguenza di diffondere l’idea che pagare le tasse sia ingiusto e di alimentare l’evasione. Contemporaneamente, sono aumentate le distanze fra ricchi e poveri.Occorre il reddito di 3 milioni di italiani poveri per uguagliare quello dei 10 italiani più ricchi. Una recentissima indagine di Eurostat mostra che l’Italia è uno dei Paesi europei in cui è più alto il valore dell’indice di Gini, che misura quanto il reddito delle famiglie si concentra nelle mani di pochi. Siamo dunque un Paese disuguale nel quale – secondo studi della Banca d’Italia – la disuguaglianza è cresciuta sistematicamente dalla metà degli anni ’80 in poi, finendo per portare il 10% delle famiglie italiane a possedere più del 45% della ricchezza complessiva e i 10 individui più ricchi a detenere una ricchezza pari a quella dei 3 milioni di Italiani più poveri.Scelte miopi su imposte e spending review. La stessa impostazione ingiusta e folle ha portato ad aumentare in modo insopportabile la tassazione sul lavoro che invece oggi va decisamente detassato sostenendo in particolare i redditi bassi e l’inserimento dei giovani. Non sono più accettabili queste miopie politiche, che si esprimono anche nella rinuncia all’investimento sulla prevenzione (salvo poi dover gestire le emergenze), così come nella superficialità con cui si decidono tagli alla spesa senza adottare criteri di giustizia e salvaguardia dei diritti dei poveri.Meno tasse ai ricchi, meno servizi ai cittadini. Né si può dimenticare che – mentre si tagliano le tasse ai ricchi e si riducono i servizi per i cittadini – una cattiva pratica politica continua ad alimentare corruzione e sprechi delle risorse pubbliche, mai veramente affrontati.Un Paese così non ci piace. Rischiamo di essere distrutti dalla cultura individualistica ed egoistica che è divenuta pensiero unico. Per affrontare la crisi che stiamo vivendo dobbiamo tutti percorrere strade nuove, che diffondano la cultura e la pratica della solidarietà, unica via percorribile e seria per l’uscita dalla crisi.L’appello del Mo.V.I.Dalle nostre “postazioni” di volontari, che stanno sulla frontiera del disagio e dell’ingiustizia, lanciamo con forza il nostro appello:· chiediamo a tutti i cittadini di contribuire a costruire un’Italia migliore, più uguale e più responsabile, con un rinnovato impegno di partecipazione e solidarietà ma anche accettando di pagarne il prezzo in termini di piccoli sacrifici personali e familiari· chiediamo al Governo di agire con più forza contro l’evasione e contro la corruzione, che sono furti ai danni dei diritti dei poveri· chiediamo al Parlamento di rafforzare la progressività delle imposte (far pagare di più a chi ha di più), generando così le risorse necessarie a fare più inclusione, più promozione dei diritti, più investimento nei beni comuni, più lavoro.
Per informazioni: -------------------------------------------------------------CASA DEL VOLONTARIATOMo.V.I. GelaCoordinamento del Volontariato Segreteria UnicaVia Ossidiana 27 93012 Gela (CL)sito internet: www.volontariatogela.orgposta elettronica: movigela@gmail.com Tel 0933/760111Fax 0933/760112-------------------------------------------------------------
Gela, 27 novembre 2013
Il dibattito politico di questi giorni, tutto impostato sui temi economici per avvallare le scelte presenti nella Legge di Stabilità approvata ieri al Senato e in dibattito alla Camera, ha sollecitato il nostro Movimento ad esprimere il nostro pensiero su un tema delicato ed oggi vituperato come le tasse. La “solidarietà economica” espressa nell’articolo 53 della nostra Costituzione (“Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva”) è oggi mal interpretata e, soprattutto a nostro avviso, mal declinata.
L’attuale crisi interpella e inquieta tutti. Ancor di più le scelte che ci sono proposte per uscirne. Come volontari abbiamo scelto di vivere questa crisi con la “serena inquietudine” di chi pur vedendo i segnali di paura e chiusura egoistica che potrebbero rendere più frammentato e conflittuale il nostro Paese, al contempo immagina la possibilità di uscirne insieme, mettendo in gioco ciascuno le proprie responsabilità, la condivisione delle esperienze, la passione per il bene comune.
È il cammino che abbiamo intrapreso come Mo.V.I. con “Strade nuove per ...” e che ci sta aiutando a capire come possiamo agire individualmente e collettivamente per sperimentare nuove relazioni interpersonali e comunitarie, spenderci per un welfare efficace, accogliente e inclusivo, prenderci cura dei beni comuni, costruire un futuro sostenibile.
In altre parole, come anticipare il nuovo che è già in mezzo a noi.
Ecco, di seguito, la riflessione che vogliamo condividere all’interno ma anche all’esterno del Mo.V.I. presentandola a chi vorrà profondere, assieme a noi, il proprio impegno nella rimozione delle cause – sempre più profonde - che generano emarginazione e degrado nel nostro Paese.----------Non c’è futuro per l’Italia senza solidarietà e non c’è solidarietà senza le tasseLegge di stabilità e rischio di maggiore disuguaglianza.Da volontari siamo sconcertati dal dibattito in atto nel Paese sulla Legge di stabilità e siamo preoccupati dalla mancanza di segnali chiari e significativi a favore di politiche di equità e solidarietà nel testo approvato ieri al Senato. Siamo un Paese sempre più disuguale, nel quale si continuano a stanziare risorse esigue per le politiche attive d’inclusione sociale, a tagliare i fondi per l’infanzia e l’adolescenza, a sottovalutare il problema delle persone non autosufficienti, con la motivazione che i soldi non bastano. Eppure i soldi ci sono. Basta non aver paura delle tasse, liberandosi dall’ideologia che le ha dipinte come il peggiore dei mali, discutendo piuttosto su come vengono utilizzate.Le tasse sono una forma di “solidarietà economica”, quella che la Costituzione Repubblicana indica come dovere inderogabile per tutti. E le tasse, secondo la Costituzione, dovrebbero essere progressive, cioè essere pagate in percentuali maggiori da chi ha redditi più alti. È un principio di giustizia, che consente di attuare una redistribuzione della ricchezza, ma è anche un principio di elementare intelligenza economica, perché aumenta il numero di chi può accedere ai consumi e alimentare la produzione.Ridotta la progressività delle tasse, aumentata la disuguaglianza. Negli ultimi decenni, la progressività delle imposte si è ridotta e, contemporaneamente, la disuguaglianza è aumentata. Nel 1988 i redditi più alti (oltre i 300mila euro) pagavano il 62% di Irpef, mentre quelli più bassi il 12%. Nel 2013 i redditi più alti pagano il 43% mentre quelli più bassi il 23%. Lo slogan “meno tasse per tutti” ha nascosto la pratica del “meno tasse per i ricchi”, una sorta di Robin Hood alla rovescia! La politica italiana ha così costruito un sistema fiscale ingiusto, odiato dai cittadini e ucciso l’idea stessa di solidarietà voluta dalla Costituzione!Pagare le tasse: perché? La battaglia politica per la riduzione delle tasse (ai soli ricchi, come si è visto) si è tradotta anche in una battaglia culturale contro l’idea stessa delle tasse, rappresentate con l’immagine di uno Stato che mette le mani nelle tasche degli Italiani, con l’inevitabile conseguenza di diffondere l’idea che pagare le tasse sia ingiusto e di alimentare l’evasione. Contemporaneamente, sono aumentate le distanze fra ricchi e poveri.Occorre il reddito di 3 milioni di italiani poveri per uguagliare quello dei 10 italiani più ricchi. Una recentissima indagine di Eurostat mostra che l’Italia è uno dei Paesi europei in cui è più alto il valore dell’indice di Gini, che misura quanto il reddito delle famiglie si concentra nelle mani di pochi. Siamo dunque un Paese disuguale nel quale – secondo studi della Banca d’Italia – la disuguaglianza è cresciuta sistematicamente dalla metà degli anni ’80 in poi, finendo per portare il 10% delle famiglie italiane a possedere più del 45% della ricchezza complessiva e i 10 individui più ricchi a detenere una ricchezza pari a quella dei 3 milioni di Italiani più poveri.Scelte miopi su imposte e spending review. La stessa impostazione ingiusta e folle ha portato ad aumentare in modo insopportabile la tassazione sul lavoro che invece oggi va decisamente detassato sostenendo in particolare i redditi bassi e l’inserimento dei giovani. Non sono più accettabili queste miopie politiche, che si esprimono anche nella rinuncia all’investimento sulla prevenzione (salvo poi dover gestire le emergenze), così come nella superficialità con cui si decidono tagli alla spesa senza adottare criteri di giustizia e salvaguardia dei diritti dei poveri.Meno tasse ai ricchi, meno servizi ai cittadini. Né si può dimenticare che – mentre si tagliano le tasse ai ricchi e si riducono i servizi per i cittadini – una cattiva pratica politica continua ad alimentare corruzione e sprechi delle risorse pubbliche, mai veramente affrontati.Un Paese così non ci piace. Rischiamo di essere distrutti dalla cultura individualistica ed egoistica che è divenuta pensiero unico. Per affrontare la crisi che stiamo vivendo dobbiamo tutti percorrere strade nuove, che diffondano la cultura e la pratica della solidarietà, unica via percorribile e seria per l’uscita dalla crisi.L’appello del Mo.V.I.Dalle nostre “postazioni” di volontari, che stanno sulla frontiera del disagio e dell’ingiustizia, lanciamo con forza il nostro appello:· chiediamo a tutti i cittadini di contribuire a costruire un’Italia migliore, più uguale e più responsabile, con un rinnovato impegno di partecipazione e solidarietà ma anche accettando di pagarne il prezzo in termini di piccoli sacrifici personali e familiari· chiediamo al Governo di agire con più forza contro l’evasione e contro la corruzione, che sono furti ai danni dei diritti dei poveri· chiediamo al Parlamento di rafforzare la progressività delle imposte (far pagare di più a chi ha di più), generando così le risorse necessarie a fare più inclusione, più promozione dei diritti, più investimento nei beni comuni, più lavoro.
Per informazioni: -------------------------------------------------------------CASA DEL VOLONTARIATOMo.V.I. GelaCoordinamento del Volontariato Segreteria UnicaVia Ossidiana 27 93012 Gela (CL)sito internet: www.volontariatogela.orgposta elettronica: movigela@gmail.com Tel 0933/760111Fax 0933/760112-------------------------------------------------------------
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domenica, dicembre 01, 2013
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CAstelli Kafkiani alla Zisa
LA REALTA’ a volte SUPERA L’IMMAGINAZIONE
Che non vi venga l’idea di imbattervi nei meandri dei Cantieri Culturali alla Zisa! Per chi ben li
conosce, questo spazio restituito alla città grazie all’allora sindaco Orlando, per alcuni versi, appare
come un labirinto e forse questa è la metafora che più si addice alla storia che sto per raccontarvi…
Siamo un’associazione che si occupa di solidarietà e cooperazione internazionale e ormai da 10
anni, tra le nostre attività in città, proponiamo eventi musicali e teatrali finalizzati all’informazione
e alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica sui temi della giustizia mondiale.
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domenica, dicembre 01, 2013
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Bravata del consiglio comunale
Delibera in data 27 Settembre limitante le riduzioni Tares - con il servizio contro norma che siamo obbligati a pagare - per le famiglie disagiate in questo modo:
Il Consiglio Comunale con deliberazione n.331 del 27.09.2013 ha approvato il “Regolamento di applicazione del tributo comunale sui rifiuti e sui servizi – tares“.
Il Regolamento prevede che al fine dell’ottenimento di riduzioni, agevolazioni ed esenzioni, i cui articoli regolamentari sono di seguito riportati, sia presentata da parte del contribuente apposita istanza entro il 31.10.2013 al Settore Tributi –Servizio Tarsu/ Tares -Piazza Giulio Cesare n.6.
Il Regolamento prevede che al fine dell’ottenimento di riduzioni, agevolazioni ed esenzioni, i cui articoli regolamentari sono di seguito riportati, sia presentata da parte del contribuente apposita istanza entro il 31.10.2013 al Settore Tributi –Servizio Tarsu/ Tares -Piazza Giulio Cesare n.6.
In seguito vengono mandate le bollette TARES nel mese di Novembre e nessuno ha più diritto alle agevolazioni !!!
Ma quanto sono bravi !!! Questo sì è un servizio a favore delle cittadinanza !!!
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domenica, dicembre 01, 2013
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Tra incompetenza, improvvisazione e carenza effettiva di mezzi
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domenica, dicembre 01, 2013
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