Il comma 2 dell’art. 3 della Costituzione Italiana recita così: “E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Proprio così, infatti stamani 18 marzo 2015, in sintonia con quanto sopra, le forze dell’ordine hanno provveduto a “rimuovere” non gli ostacoli ma direttamente le 15 famiglie, di palermitani e rifugiati politici eritrei ed etiopi, che un anno fa avevano occupato per necessità una palazzina in via Oberdan 11 di proprietà dell’istituto religioso delle Figlie di San Giuseppe rimasta inutilizzata per circa quattro anni. Traffico congestionato in tutta la zona di p.zza Principe di Camporeale e naturalmente autisti irritati nell’ora in cui, freneticamente, si cerca di raggiungere nel meno tempo possibile la postazione di lavoro o la scuola a cui affidare i propri figli o i diversi luoghi d’interesse pubblico o privato. Un dispiegamento esagerato di forze rispetto a uomini, donne e bambini inermi la cui unica colpa sarebbe quella di essere poveri…In una città in cui sempre più famiglie finiscono sul lastrico a seguito della crisi economica, i dati lo confermano: ogni giorno mediamente vengono eseguiti 5 sfratti con intervento dell’Ufficiale Giudiziario, l’amministrazione annaspa nel trovare soluzioni degne di una comunità civile e conformi al dettato dell’art. 3 della Carta Costituzionale. E’ curioso che in questa città si celebrino interessanti convegni sui diritti dei migranti come quello di alcuni giorni fa dal titolo “Io sono persona, dalla migrazione come sofferenza, alla mobilità come diritto” promotore dell’abolizione del permesso di soggiorno o il festival della Città Educativa finalizzato alla creazione di un progetto educativo integrato per la difesa dei diritti dei minori così come tante altre iniziative e poi non si riesca a trovare una soluzione alla negazione del diritto alla casa di tanti palermitani, anch’essi persone, nonostante sia noto il vasto patrimonio immobiliare inutilizzato appartenente al comune, alle varie amministrazioni statali così come a quelle religiose. Forse bisognerebbe passare dall’enunciazione dei diritti alla loro applicazione e soprattutto occorrerebbe che cittadini e amministrazione dialogassero e collaborassero di più. E’ per questo che attendiamo fiduciosi l’istituzione delle otto consulte che ormai da tempo un nutrito gruppo di associazioni e cittadini ha richiesto al Consiglio Comunale e all’intera amministrazione comunale. Accogliamo favorevolmente, dopo un anno dall’ultimo incontro, la tardiva disponibilità del Sindaco ad incontrare i comitati, le associazioni e i cittadini che si battono per garantire il diritto alla casa…auspichiamo che l’incontro del 25 marzo presso Villa Niscemi porti a risultati concreti e coerenti con l’art. 3 della nostra tanto amata e vituperata Costituzione.
Vito Restivo
con associazione Voci Attive
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