“BOLLE DI SAPONE”
Esprimere i sentimenti e le
risonanze di una giornata segnata
dalle immagini che il mezzo
televisivo ci ha restituito sulla visita
di papa Francesco a Lampedusa
più che difficile può risultare un
vano esercizio letterario.
Il senso di quella visita lo avevamo
già colto al momento
dell’inaspettato annunzio, oltre che
desunto dai messaggi che ci
hanno raggiunto in questi primi
cento giorni di pontificato.
Sono state, invece, le immagini a
trasmetterci nuovi messaggi, in un
clima di commozione che credo
abbia contagiato molti di noi,
immagini di luoghi che fino a ieri
avevano evocato reazioni di
rammarico, di dolore, quando non
di vergogna, ma che oggi ci hanno
restituito la realtà di una comunità
isolana molto particolare,
realmente multietnica e
straordinariamente coesa
nell’accoglienza festosa di un papa
giunto fino a quella latitudine a
chiedere perdono dei morti
dimenticati.
Una visione accompagnata da
parole quanto mai forti e dirette:
"La cultura del benessere, che ci
porta a pensare a noi stessi, ci
rende insensibili alle grida degli
altri, ci fa vivere in bolle di
sapone, che sono belle, ma non
sono nulla, sono l'illusione del
futile, del provvisorio, che porta
all'indifferenza verso gli altri, anzi
porta alla globalizzazione
dell'indifferenza.......Chi di noi ha
pianto per la morte di questi fratelli
e sorelle ?......Ci siamo abituati alla
sofferenza dell'altro, non ci
riguarda, non ci interessa, non è
affare nostro siamo una società
che ha dimenticato l'esperienza
del piangere “
E’ stato un discorso certamente
rivolto. in senso stretto, alla politica
nazionale e mondiale, alle strutture
di peccato della società
occidentale, ma è anche un
interrogativo che il papa ha rivolto
a se stesso ed a ciascuno di noi,
anche a chi si sente impegnato
proprio nell’accoglienza di quei
migranti.
E’ un discorso che scava nelle
nostre coscienze, che ci spinge ad
esaminarci, perché ciascuno trovi
nelle pieghe della propria
esistenza quel “povero” dal quale
ha distolto lo sguardo proprio nel
momento in cui si dedica a quel
servizio.
E’ anche uno stimolo a trovare
ogni giorno, come singoli e come
gruppo di operatori, la motivazione
profonda di un’azione che non
debba mai degenerare nella
routine.
Alfonso Cinquemani
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SOLIDARIETÁ E FESTA AL CENTRO ASTALLI
In questi giorni si è tenuta una festa
di sostegno alle iniziative del centro.
In momenti di crisi delle donazioni,
a causa dei tempi che stiamo
attraversando,si è pensato ad una
festa,come modo migliore, per
coinvolgere, il maggior numero di
persone a supportare il centro.
Dopo avere coinvolto,un piccolo
gruppo