FORUM SICILIANO DEI MOVIMENTI PER L'ACQUA ED I BENI COMUNI
[ EMERGENZA ACQUA IN PROVINCIA DI PALERMO; SI ACCERTI LA
RESPONSABILITA’ DI CHI HA CONSENTITO DI ARRIVARE AL RISCHIO DI
SOSPENSIONE DI PUBBLICO SERVIZIO ESSENZIALE. DA OLTRE UN ANNO SI
PARLA DI ACQUA PUBBLICA MA SI REMA VERSO LA PRIVATIZZAZZIONE
di Antonella Leto
di Antonella Leto
Sulla prosecuzione di un servizio pubblico essenziale, come quello idrico, che da domani venerdì 14
rischia di essere sospeso, non c’è ancora alcuna certezza. Il 10 febbraio si è costituita l’unità di
crisi per far fronte al caos. E dire che da ottobre scorso era noto che APS fallita avrebbe
riconsegnato reti ed impianti ai 52 Comuni che gestiva. Dopo innumerevoli incontri nei quali i
Sindaci sono stati chiamati a votare le soluzioni più disparate e fantasiose per evitare l’emergenza
idrica, dalla gestione transitoria da affidare per sei mesi ad EAS, all’ipotesi di una gestione
transitoria da attribuire ad AMAP per la quale l'Assessore Marino il 29 gennaio in IV
Commissione ARS si era impegnato a garantire le risorse necessarie, ecco il coniglio dal cilindro;
il 30 gennaio l'ATO Palermo pubblica l'avviso di manifestazione d'interesse, con scadenza 4
febbraio, ed “a sorpresa”, oltre alla disponibilità di AMAP, spuntano altre tre offerte da potenziali
gestori privati. È evidente che le società che hanno presentato un’offerta avevano già acquisito la
documentazione necessaria a formularla ben prima della pubblicazione dell’avviso, che peraltro non
contiene alcuna indicazione economico-finanziaria ma il solo obbligo di assorbire il personale ex
APS.
Considerato che nessun privato si offre di fare beneficenza avendo come mission il profitto, e che il
costo della gestione e degli investimenti ricade interamente sulla bolletta, (full recovery cost), è
facilmente prefigurabile che una ennesima privatizzazione sarebbe interamente a carico dei
cittadini. Si liberi quindi il campo dalle spinte privatrizzatrici riproposte pretestuosamente
utilizzando una emergenza creata ad arte e facilmente evitabile se affrontata nei tempi e nei modi
opportuni, ricordando che grazie all’emergenza il governatore Cuffaro ha privatizzato il SII in
Sicilia, e costituito Siciliacque con la quale si è svenduto un patrimonio di 50 anni di investimenti
pubblici.
Aldilà della soluzione che si adotterà in via transitoria per non lasciare a secco i cittadini, chiediamo
che si operi per ristabilire in maniera definitiva i principi di legalità, democrazia e partecipazione; il
potere di scelta sul futuro del SII non può essere avocata dai Commissari, nè dal Governo
Regionale, ma deve essere restituito agli Enti Locali unici legittimi detentori. Si operi quindi
per investire Sindaci e Consigli Comunali ad esercitare questo diritto/dovere, nel rispetto dei
principi espansivi degli esiti referendari che le leggi nazionali e comunitarie assegnano agli enti
locali, come riaffermato dalla recente deliberazione della Corte dei Conti 2/14.
Cittadini ed Enti Locali si sono già espressi per una gestione pubblica e partecipata delle risorse
idriche, attraverso l’emanazione del ddl di iniziativa Popolare e dei Consigli Comunali nel 2010
e la plebiscitaria vittoria dei SI per i referendum del 2011. Una indicazione politica che non può
essere elusa a nessun livello dai rappresentanti delle istituzioni, delegati ad esercitare un potere
rappresentativo che è subordinato a quello esercitato dal Popolo Sovrano.
Si riunisca al più presto la Conferenza degli 82 Sindaci della provincia di Palermo, così come quella
della provincia di Siracusa in analoghe condizioni, e si proceda alla definizione di una proposta
condivisa che veda nella costituzione di enti di diritto pubblico (azienda speciale, azienda speciale
consortile, consorzi tra comuni) i soggetti deputati ad esercitare una gestione efficace, efficiente ed
economica a beneficio della collettività. Non è necessario a termini di legge bandire alcuna gara,
per generare profitto ai privati sulla gestione. Se utili ci saranno devono essere reinvestiti
sull’efficentamento del servizio, e non in dividendi per gli azionisti.
territoriali, associazioni e soprattutto si sono mobilitati centinaia di Consigli Comunali, che aldilà
delle appartenenze politiche, hanno scritto una pagina storica di democrazia diretta e partecipata
nella nostra regione. Restiamo in attesa che il Presidente, il Governo e le forze politiche ne
prendano atto, a fronte del fallimento conclamato delle privatizzazioni, e dichiarino a chiare
lettere quale legge sull’Acqua vorrebbero che fosse approvata, se quella promossa dai
Cittadini e dagli Enti Locali, o quella di riprivatizzazione esitata dalla IV Commissione
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