sabato 15 febbraio 2014

Cena solidale

Palermo, cena di solidarietà con le

famiglie che occupano un ex

convento

 
di Serena  Termini
Iniziativa di alcune associazioni per le 8 famiglie che dal 15 dicembre

scorso hanno occupato l’ex convento delle benedettine, attualmente

gestito in via straordinaria dal parroco Sarullo. A breve anche una lettera

a Papa Francesco
05 febbraio 2014 - 13:48
PALERMO – “Siamo con voi e vi sosteniamo nella vostra battaglia per potere vivere in maniera

dignitosa”. Con queste parole diverse associazioni di Palermo, impegnate da sempre a sostenere le

situazioni di povertà, hanno voluto condividere ieri sera una cena con le otto famiglie che, dallo scorso

15 dicembre, hanno occupato una parte dell’ex convento delle benedettine chiuso da due anni e

mezzo. Si tratta di coppie tutte giovanissime, inscritte nella lista dell’emergenza abitativa che, stanche e

sfiduciate di aspettare le istituzioni, hanno occupato i locali dell’ex convento delle benedettine, nel

cuore del centro storico cittadino, con l’intenzione di sostenere le spese necessarie a renderlo sempre

più vivibile. I loro 16 bambini sono tutti regolarmente iscritti a scuola e qualcuno fa pure il doposcuola

presso alcune associazioni. Nessuno di loro, può permettersi di sostenere un canone di affitto poiché

tutti vivono per mantenere la famiglia di piccoli lavori saltuari.

Solo a tre famiglie era stato proposto un percorso di social housing con l’affitto per sei mesi pagato

dalla Caritas ma, quest’ultime, per solidarietà nei confronti delle altre non hanno accettato la proposta.

L’immobile è attualmente gestito in via straordinaria dal parroco della cattedrale padre Filippo Sarullo

poiché sulla struttura è in corso un contenzioso tra la congregazione delle benedettine e la curia

diocesana. All’interno dell’immobile molto grande che si sviluppa in due piani c’è anche una cappella

che le famiglie hanno pulito e chiuso a chiave, rimettendolo a disposizione della curia. Fino a questo

momento la risposta da parte della chiesa ufficiale non è stata, però, tra le migliori in quanto alcune

settimane fa sono stati chiamati ad intervenire i carabinieri che hanno avviato le procedure di

identificazioni dei nuclei presenti.

Le famiglie non hanno intenzione di andare via e pertanto hanno preparato una lettera che manderanno

a Papa Francesco ricordando le parole che il pontefice aveva detto, durante la visita al centro Astalli di

Roma: “I conventi vuoti non servono alla chiesa per trasformarli in alberghi e guadagnare soldi. I

conventi vuoti non sono nostri, sono per la carne di Cristo che sono i rifugiati. Il Signore ci chiama a

vivere con generosità e coraggio l’accoglienza nei conventi vuoti”. Nella lettera le famiglie raccontano

tutto il loro travaglio, sottolineando anche l’assenza di dialogo e di confronto con alcuni rappresentanti

politici e della curia palermitana. “Vogliamo avere la possibilità di costruire un mondo diverso a partire

da una vita dignitosa – si legge nella lettera -. Non deludete le nostre aspettative”.

“Non ci sentiamo né ladri né abusivi – dice Umberto, uno degli occupanti, padre di 4 figli -. Abbiamo

deciso tutti insieme di rimettere in uso, ripulendolo tutto dai rifiuti a nostre spese, un luogo molto grande

che risultava abbandonato. Ci siamo preoccupati di mettere in sicurezza alcuni mobili che abbiamo

trovato e tutto ciò che non appartiene a noi. La ricerca di un tetto per i nostri figli ci ha spinto a fare

un’azione del genere”. “Lavoravo prima in una pizzeria ma poi ho perso il lavoro perché questa ha

chiuso – racconta -. Ho dormito alcuni mesi con la famiglia in macchina, poi siamo andati in una

comunità e poi ancora ho provato ad affittare ma è arrivato poi lo sfratto della casa perché non potevo

pagare. La nostra è stata finora una battaglia lunga e paziente ma i politici non ci hanno mai ascoltato”

A spendere alcune parole di conforto alle famiglie, tra i partecipanti, è stato pure p. Cosimo Scordato

parroco di San Saverio. “Mi auguro che presto si possano trovare delle soluzioni frutto di dialogo

reciproco tra le famiglie e i proprietari dell’immobile – dice -. L’emergenza casa è però un grave

problema che affligge questa città da 20 anni e che la politica non ha mai saputo risolvere. Mi appello al

sindaco affinché i bisogni abitativi di tante famiglie trovino presto una risposta”.

“In questo momento storico così difficile dal punto di vista economico e sociale molte famiglie della

nostra città si stanno ritrovando senza un lavoro e senza una casa e purtroppo il numero di queste pare

aumentare sempre più – dichiara Vito Restivo di Voci Attive’ -. Alcune di loro in preda alla disperazione

hanno occupato questo convento chiuso da oltre due anni e, alla meno peggio stanno cercando di

organizzarsi per garantire ai loro figli condizioni di vita normali. Abbiamo voluto incontrare queste

famiglie per ascoltarle e manifestare loro la nostra solidarietà – continua Restivo – affinchè le istituzioni,

sia statali che religiose, assumano l’impegno di trovare una soluzione che possa ridare serenità e

dignità alle loro vite”. (set)
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