Palermo, cena di solidarietà con le
famiglie che occupano un ex
convento
di Serena Termini
Iniziativa di alcune associazioni per le 8 famiglie che dal 15 dicembre
scorso hanno occupato l’ex convento delle benedettine, attualmente
gestito in via straordinaria dal parroco Sarullo. A breve anche una lettera
a Papa Francesco
05 febbraio 2014 - 13:48
PALERMO – “Siamo con voi e vi sosteniamo nella vostra battaglia per potere vivere in maniera
dignitosa”. Con queste parole diverse associazioni di Palermo, impegnate da sempre a sostenere le
situazioni di povertà, hanno voluto condividere ieri sera una cena con le otto famiglie che, dallo scorso
15 dicembre, hanno occupato una parte dell’ex convento delle benedettine chiuso da due anni e
mezzo. Si tratta di coppie tutte giovanissime, inscritte nella lista dell’emergenza abitativa che, stanche e
sfiduciate di aspettare le istituzioni, hanno occupato i locali dell’ex convento delle benedettine, nel
cuore del centro storico cittadino, con l’intenzione di sostenere le spese necessarie a renderlo sempre
più vivibile. I loro 16 bambini sono tutti regolarmente iscritti a scuola e qualcuno fa pure il doposcuola
presso alcune associazioni. Nessuno di loro, può permettersi di sostenere un canone di affitto poiché
tutti vivono per mantenere la famiglia di piccoli lavori saltuari.
Solo a tre famiglie era stato proposto un percorso di social housing con l’affitto per sei mesi pagato
dalla Caritas ma, quest’ultime, per solidarietà nei confronti delle altre non hanno accettato la proposta.
L’immobile è attualmente gestito in via straordinaria dal parroco della cattedrale padre Filippo Sarullo
poiché sulla struttura è in corso un contenzioso tra la congregazione delle benedettine e la curia
diocesana. All’interno dell’immobile molto grande che si sviluppa in due piani c’è anche una cappella
che le famiglie hanno pulito e chiuso a chiave, rimettendolo a disposizione della curia. Fino a questo
momento la risposta da parte della chiesa ufficiale non è stata, però, tra le migliori in quanto alcune
settimane fa sono stati chiamati ad intervenire i carabinieri che hanno avviato le procedure di
identificazioni dei nuclei presenti.
Le famiglie non hanno intenzione di andare via e pertanto hanno preparato una lettera che manderanno
a Papa Francesco ricordando le parole che il pontefice aveva detto, durante la visita al centro Astalli di
Roma: “I conventi vuoti non servono alla chiesa per trasformarli in alberghi e guadagnare soldi. I
conventi vuoti non sono nostri, sono per la carne di Cristo che sono i rifugiati. Il Signore ci chiama a
vivere con generosità e coraggio l’accoglienza nei conventi vuoti”. Nella lettera le famiglie raccontano
tutto il loro travaglio, sottolineando anche l’assenza di dialogo e di confronto con alcuni rappresentanti
politici e della curia palermitana. “Vogliamo avere la possibilità di costruire un mondo diverso a partire
da una vita dignitosa – si legge nella lettera -. Non deludete le nostre aspettative”.
“Non ci sentiamo né ladri né abusivi – dice Umberto, uno degli occupanti, padre di 4 figli -. Abbiamo
deciso tutti insieme di rimettere in uso, ripulendolo tutto dai rifiuti a nostre spese, un luogo molto grande
che risultava abbandonato. Ci siamo preoccupati di mettere in sicurezza alcuni mobili che abbiamo
trovato e tutto ciò che non appartiene a noi. La ricerca di un tetto per i nostri figli ci ha spinto a fare
un’azione del genere”. “Lavoravo prima in una pizzeria ma poi ho perso il lavoro perché questa ha
chiuso – racconta -. Ho dormito alcuni mesi con la famiglia in macchina, poi siamo andati in una
comunità e poi ancora ho provato ad affittare ma è arrivato poi lo sfratto della casa perché non potevo
pagare. La nostra è stata finora una battaglia lunga e paziente ma i politici non ci hanno mai ascoltato”
A spendere alcune parole di conforto alle famiglie, tra i partecipanti, è stato pure p. Cosimo Scordato
parroco di San Saverio. “Mi auguro che presto si possano trovare delle soluzioni frutto di dialogo
reciproco tra le famiglie e i proprietari dell’immobile – dice -. L’emergenza casa è però un grave
problema che affligge questa città da 20 anni e che la politica non ha mai saputo risolvere. Mi appello al
sindaco affinché i bisogni abitativi di tante famiglie trovino presto una risposta”.
“In questo momento storico così difficile dal punto di vista economico e sociale molte famiglie della
nostra città si stanno ritrovando senza un lavoro e senza una casa e purtroppo il numero di queste pare
aumentare sempre più – dichiara Vito Restivo di Voci Attive’ -. Alcune di loro in preda alla disperazione
hanno occupato questo convento chiuso da oltre due anni e, alla meno peggio stanno cercando di
organizzarsi per garantire ai loro figli condizioni di vita normali. Abbiamo voluto incontrare queste
famiglie per ascoltarle e manifestare loro la nostra solidarietà – continua Restivo – affinchè le istituzioni,
sia statali che religiose, assumano l’impegno di trovare una soluzione che possa ridare serenità e
dignità alle loro vite”. (set)
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