sabato 8 settembre 2012

Orlando, Ingroia ,Fava e l'incultura del sospetto in politica

di MArio  Guglielmino

Leoluca Orlando Cascio ,il politico inquisitore dei professionisti dell’antimafia ,alla fine chiama Ingroia . Sono molte le riflessioni ,e non solo politiche , che suscita questa operazione.
Intanto egli procede a un auto revisionismo sul suo stesso orlando-pensiero , in merito alle competenze dei magistrati , quando usava distinguere (fino a maggio scorso lo ha fatto in occasione della commemorazione strage Falcone) con particolare solerzia tra i compiti del politico e quelli dell’ufficiale dello stato che accerta e persegue i reati e li sottopone a giudizio....



i cosiddetti "maestri del sospetto " filosofici : Nietzsche, Freud e Marx









.....cercando invece nel favellare politico una certa venia per le eventuali intemperanze ( e spesso oscenita’) fondate sulle sabbie mobili del sospetto, e sulla diffusione dello stesso come cultura ,magari utile in altri disgraziati tempi come anticamera della verita’, quando questa parola (VERITA')era pero’ un tabu’ o una condanna a morte (vedi caso Falcone e illazioni sui documenti nascosti nei cassetti o teoremi vari sull’ agenda rossa Borsellino )....


Ritorna quindi al Di Pietrismo delle  origini che predilige le figure alla De Magistris( eccetto che per le alzate di capo , quando i due si trovano in palese disaccordo)

Adesso e’ il magistrato in se’ a rivestire per Orlando i panni di un possibile alleato.

Un alleato strumentale e quindi una figura politicamente debole e facile da sottomettere. Riconosciuta tale sol perche’ consente demagogicamente la distinzione netta tra buoni e cattivi.

Ma in politica ( e forse nemmeno in ambito inquirente giudicante) questa atavica e banale dicotomia e’ solo apparente.

Perche’ buono e non cattivo e’ anche chi pone istanze opposte alle proprie o del proprio gruppo portatore di interessi e richiedente potere , ma non necessariamente meritevoli di certo sospetto o propriamente illegali .

Semplicemente politicamente diversi ,ne’ buoni ne’ cattivi

Come se oggi fosse possibile e facile determinare un cosi’ netto confine tra bene e male.

Ma il discorso trova anche altri punti piuttosto deboli.

Anche di Massimo Russo ,assessore lombardiano, noi conoscevamo le doti di giovane collaboratore di Borsellino e promotore di inchieste molto delicate sui rapporti tra mafia e pubbica ammnistrazione.

E Caterina Chinnici poi, figlia niente meno che del chiarissimo giudice istruttore vittima inequivocabile della mafia.

L’impressione che se ne ricava e’ allora che ancora una volta Orlando tenta di riciclare e voltar pagina con giravolte mirabili , stavolta dal sapore vagamente giacobino ma in sostanza da partito dell’uomo qualunque, come da un certo momento in poi fu la sua mamma DC .

Dopo aver rotto il gioco e le regole del gioco palermitano, suscitando professionalmente i sospetti sull’operazione primarie , certo non efficientissima ma nemmeno cosi’ traviata nei modi e nei fini e nei soggetti protagonisti ( anche ingenui e ignari elettori ) come egli ha voluto far intendere , adesso trova un serio ostacolo nella sua mancata comprensione e programmazione delle trame gestionali palermitane , che fino a un mese prima non aveva seriamente attenzionato , candidandosi in modo avventuroso e improvvisato nell’ unico fine di risollevare a partire dalla Sicilia un ‘ IDV in crisi a livello globale e nazionale .

E nel panorama delle elezioni regionali cerca di adottare lo stesso giochino.

Un dato pero’ le rende fortemente dissimili dall’esperienza palermitana .Stavolta le primarie non si celebrano. Bene fa Crocetta a non cadere nella trappola di Fava. Non si celebrano le primarie per poi sentirsi dire : ma i vostri voti sono quelli dell’UDC e MPA, avete barato!.

Troppo facile vincere con i capricci del bimbo.

Orlando dimentica troppo facilmente che questi partiti hanno giocato anche a suo personale vantaggio la loro intrinseca ambivalenza che non fa dormire sonni tranquilli a nessuno qui come a Roma.

Ricordiamo i pareri e gli inviti espressi da Musotto e D’alia in suo favore in piena campagna per il ballottaggio a Palermo



Allora ,il magistrato e il sindaco ? .

Un’ ipotesi di Ingroia alla guida della  Sicilia non poteva che porsi e nascere come bipartisan , e non sotto l’egida di un partito che si autoassolve dai peccati della partitocrazia.

Questo fortunatamente Ingroia lo ha compreso bene.

Con Fava ritroviamo una linea di continuita’rispetto all‘orlando pensiero : sospetti sull’inciucismo crocettiano, sospetti su cene di mezzanotte con triglie alla Micciche’,insomma siamo alle solite tattiche .



Che dire poi del  Fava politico ? Senza voler entrare nel merito della consistenza della sua candidatura e dello sparuto gruppetto di eroi che lo sostengono (Verdi SEL e FDS piu’ IDV ),diremo che probabilmente nel male della mancanza di unita’ le due scelte (del PD/ UDC e della sinistra extraparlamentare unita a IDV )potrebbero alla fine ricongiungersi e ricomporsi sostenendosi a vicenda in aula e integrandosi in una alleanza comunque resa necessaria dal panorama frammentato  e  rischioso ,  cavando il bene dal male.

Delle altre candidature, a parte quella del M5S , che meritera’ una sicura rappresentanza , e’ meglio tacere.


Mario  Guglielmino

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