Leoluca Orlando Cascio ,il politico inquisitore dei professionisti dell’antimafia ,alla fine chiama Ingroia . Sono molte le riflessioni ,e non solo politiche , che suscita questa operazione.
Intanto egli procede a un auto revisionismo sul suo stesso orlando-pensiero , in merito alle competenze dei magistrati , quando usava distinguere (fino a maggio scorso lo ha fatto in occasione della commemorazione strage Falcone) con particolare solerzia tra i compiti del politico e quelli dell’ufficiale dello stato che accerta e persegue i reati e li sottopone a giudizio....
i cosiddetti "maestri del sospetto " filosofici : Nietzsche, Freud e Marx |
Ritorna quindi al Di Pietrismo delle origini che predilige le figure alla De Magistris( eccetto che per le alzate di capo , quando i due si trovano in palese disaccordo)
Adesso e’ il magistrato in se’ a rivestire per Orlando i panni di un possibile alleato.
Un alleato strumentale e quindi una figura politicamente debole e facile da sottomettere. Riconosciuta tale sol perche’ consente demagogicamente la distinzione netta tra buoni e cattivi.
Ma in politica ( e forse nemmeno in ambito inquirente giudicante) questa atavica e banale dicotomia e’ solo apparente.
Perche’ buono e non cattivo e’ anche chi pone istanze opposte alle proprie o del proprio gruppo portatore di interessi e richiedente potere , ma non necessariamente meritevoli di certo sospetto o propriamente illegali .
Semplicemente politicamente diversi ,ne’ buoni ne’ cattivi
Come se oggi fosse possibile e facile determinare un cosi’ netto confine tra bene e male.
Ma il discorso trova anche altri punti piuttosto deboli.
Anche di Massimo Russo ,assessore lombardiano, noi conoscevamo le doti di giovane collaboratore di Borsellino e promotore di inchieste molto delicate sui rapporti tra mafia e pubbica ammnistrazione.
E Caterina Chinnici poi, figlia niente meno che del chiarissimo giudice istruttore vittima inequivocabile della mafia.
L’impressione che se ne ricava e’ allora che ancora una volta Orlando tenta di riciclare e voltar pagina con giravolte mirabili , stavolta dal sapore vagamente giacobino ma in sostanza da partito dell’uomo qualunque, come da un certo momento in poi fu la sua mamma DC .
Dopo aver rotto il gioco e le regole del gioco palermitano, suscitando professionalmente i sospetti sull’operazione primarie , certo non efficientissima ma nemmeno cosi’ traviata nei modi e nei fini e nei soggetti protagonisti ( anche ingenui e ignari elettori ) come egli ha voluto far intendere , adesso trova un serio ostacolo nella sua mancata comprensione e programmazione delle trame gestionali palermitane , che fino a un mese prima non aveva seriamente attenzionato , candidandosi in modo avventuroso e improvvisato nell’ unico fine di risollevare a partire dalla Sicilia un ‘ IDV in crisi a livello globale e nazionale .
E nel panorama delle elezioni regionali cerca di adottare lo stesso giochino.
Un dato pero’ le rende fortemente dissimili dall’esperienza palermitana .Stavolta le primarie non si celebrano. Bene fa Crocetta a non cadere nella trappola di Fava. Non si celebrano le primarie per poi sentirsi dire : ma i vostri voti sono quelli dell’UDC e MPA, avete barato!.
Troppo facile vincere con i capricci del bimbo.
Orlando dimentica troppo facilmente che questi partiti hanno giocato anche a suo personale vantaggio la loro intrinseca ambivalenza che non fa dormire sonni tranquilli a nessuno qui come a Roma.
Ricordiamo i pareri e gli inviti espressi da Musotto e D’alia in suo favore in piena campagna per il ballottaggio a Palermo
Allora ,il magistrato e il sindaco ? .
Un’ ipotesi di Ingroia alla guida della Sicilia non poteva che porsi e nascere come bipartisan , e non sotto l’egida di un partito che si autoassolve dai peccati della partitocrazia.
Questo fortunatamente Ingroia lo ha compreso bene.
Con Fava ritroviamo una linea di continuita’rispetto all‘orlando pensiero : sospetti sull’inciucismo crocettiano, sospetti su cene di mezzanotte con triglie alla Micciche’,insomma siamo alle solite tattiche .
Che dire poi del Fava politico ? Senza voler entrare nel merito della consistenza della sua candidatura e dello sparuto gruppetto di eroi che lo sostengono (Verdi SEL e FDS piu’ IDV ),diremo che probabilmente nel male della mancanza di unita’ le due scelte (del PD/ UDC e della sinistra extraparlamentare unita a IDV )potrebbero alla fine ricongiungersi e ricomporsi sostenendosi a vicenda in aula e integrandosi in una alleanza comunque resa necessaria dal panorama frammentato e rischioso , cavando il bene dal male.
Delle altre candidature, a parte quella del M5S , che meritera’ una sicura rappresentanza , e’ meglio tacere.
Mario Guglielmino
Nessun commento:
Posta un commento
Inserisci un commento nel rispetto delle comuni regole di policy .