lunedì 14 gennaio 2013

ALLE FONTI DELLA RIVOLUZIONE INGROIA


il  Commento :
di MArio Guglielmino

 Pubblichiamo  qui a  seguire , fonte  il sito nazionale di ALBA ,il documento  fondativo del  nuovo soggetto politico ispirato  dall'azione  del  dr.  Ingroia.
Spiace  ed  e'  evidente  rilevare  come  il progetto iniziale di una  lista " arancione", il  cosiddetto  "quarto polo civico" ,costruita  secondo le  linee guida della  partecipazione  della societa' civile  attiva e  consapevole  trovi qui  naufragio e impietosa fagocitosi  causa  l'imperversare  di vecchie  e nuove  figure e logiche  provenienti dal versante  dei   tradizionali  partiti .
Il lavoro  iniziale e  meritevole  di Alba, con il proprio manifesto di innovazione  e  l'avvio e la  promozione , insieme  ad  altri  neo movimenti espressione  della  partecipazione dei cittadini , di un percorso e  di un progetto  di condivisione e partecipazione politica dal nome  Cambiare  si Puo',e' sfociato in una  predazione  e  razzia  che ha dell' incredibile,quasi il contrario di quanto auspicato .
LE  FIRME ,apposte   in modo  scandalosamente unitario , di molti segretari della  sinistra  extra parlamentare e  di partiti  che  presto, causa  gestioni personalistiche  e dissennate ( vedi IDV), lo sarebbero  diventati,sono  rivelatrici della vera natura  dell'attuale progetto e della  mistificazione  rispetto al  dettame  iniziale.Una vera  e propria mutazione  genetica.

Senza  ( a parte  Ingroia) nessun elemento metodologico e programmatico davvero  nuovo    denotano la fine  di un sogno coltivato e scomparso prematuramente  ,  grazie  al giochino delle  elezioni anticipate (codefungendo insieme   ai referendum promossi  su  art 8 e  art  18 ).
LA vecchia volpe della  classe  politica  ha  dato  un'ulteriore  zampata prova della  propria  tendenza  all'estremo istinto di  autoconservazione e  alla  restaurazione in barba   a  ogni senso  del bene  comune e del sentimento popolare , ricacciando  indietro la  spinta  innovatrice proveniente dal basso.
Si conferma quello della politica  un universo mondo ormai  impazzito e  procedente  per  un proprio  autonomo  e  slegato  tragitto , lontanissimo  dal fine  naturale e  da ogni sano realismo.
  Prepariamoci quindi alla solita  sfilata ed  elezione  di "PORCELLINI".(  da ..Porcellum)
Noti  e  bravi  scilipotianamente solo  a  guardare la  seggiola e  a  conservare ibridi e insensati  parlamenti ricattati ricattabili ricattatori e  quinquennalmente   indecidenti ,procacciando  all'italico stivale multipli governi tecnicie e prodigandosi in funambolici equilibrismi (e camaleontismi annessi ) pur di non tornare  al giudizio delle  urne.
La montagna  del  rinnovamento  ha partorito il topolino, ottenendo  solo parzialmente  e occasionalmente l'auspicato  rinnovamento/eliminazione   della  casta.Solo alcuni  , troppo  pochi, i nomi  nuovi.Emergono questi ultimi gia' privi  di quella  forza e  connotazione  che  sola  potrebbe  dare  incisivita' e  carattere  rivoluzionario all'azione  del  governo.
Alba  con  Cambiare  si PUo'  hanno ovviamente  espresso  le  loro  forti  riserve e  di fatto,anche se non formalmente (" anema e core") hanno ritirato il loro   appoggio.
Il progetto  ha  subito ormai  se non una  vera  e propria  delezione  almeno una perdita di capacita'  di penetrazione  ed  entusiasmo  della  base.
Grillo  ha avuto,alla fine, ragione:meglio da soli piuttosto che fatti fessi dai soliti noti

Mario  Guglielmino









“UNA RIVOLUZIONE CIVILE PER RICOSTRUIRE IL PAESE”

UN PROGRAMMA PER GOVERNARE L’ITALIA

Vogliamo realizzare una rivoluzione civile per attuare i principi di uguaglianza, libertà e democrazia della Costituzione repubblicana.
Vogliamo realizzare un “nuovo corso” delle politiche economiche e sociali, a partire dal mezzogiorno, alternativo tanto all’iniquità e alla corruzione del ventennio berlusconiano, quanto alla distruzione dei diritti sociali, del lavoro e dell’ambiente che ha caratterizzato il governo Monti.

VOGLIAMO UNA RIVOLUZIONE CIVILE:

per l’Europa dei diritti, contro l’Europa delle oligarchie economiche e finanziarie. Vogliamo un’Europa autonoma dai poteri finanziari e una riforma democratica delle sue istituzioni. Siamo contrari al Fiscal Compact che taglia di 47 miliardi l’anno per i prossimi venti anni la spesa, pesando sui lavoratori e sulle fasce deboli, distruggendo ogni diritto sociale, con la conseguenza di accentuare la crisi economica. Il debito pubblico italiano deve essere affrontato con scelte economiche eque e radicali, finalizzate allo sviluppo, partendo dall’abbattimento dell’alto tasso degli interessi pagati. Accanto al Pil deve nascere un indicatore che misuri il benessere sociale e ambientale;

per la legalità e una nuova politica antimafia che abbia come obiettivo ultimo non solo il contenimento ma l’eliminazione della mafia, che va colpita nella sua struttura finanziaria e nelle sue relazioni con gli altri poteri, a partire da quello politico. Il totale contrasto alla criminalità organizzata, alla corruzione, il ripristino del falso in bilancio e l’inserimento dei reati contro l’ambiente nel codice penale sono azioni necessarie per liberare lo sviluppo economico;


per la laicità e le libertà. Affermiamo la laicità dello Stato e il diritto all’autodeterminazione della persona umana. Siamo per una cultura che riconosca le differenze. Aborriamo il femminicidio, contrastiamo ogni forma di sessismo e siamo per la democrazia di genere. Contrastiamo l’omofobia e vogliamo il riconoscimento dei diritti civili, degli individui e delle coppie, a prescindere dal genere. Contrastiamo ogni forma di razzismo e siamo per la cittadinanza di tutti i nati in Italia e per politiche migratorie accoglienti;

per il lavoro. Non vogliamo più donne e uomini precari. Siamo per il contratto collettivo nazionale, per il ripristino dell’art. 18 e per una legge sulla rappresentanza e la democrazia nei luoghi di lavoro. Vogliamo creare occupazione attraverso investimenti in ricerca e sviluppo, politiche industriali che innovino l’apparato produttivo e la riconversione ecologica dell’economia. Vogliamo introdurre un reddito minimo per le disoccupate e i disoccupati. Vogliamo che le retribuzioni italiane aumentino a partire dal recupero del fiscal drag e dalla detassazione delle tredicesime. Vogliamo difendere la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro;

per le piccole e medie imprese, le attività artigianali e agricole. Deve partire un grande processo di rinascita del Paese, liberando le imprese dal vincolo malavitoso, dalla burocrazia soffocante. Vanno premiate fiscalmente le imprese che investono in ricerca, innovazione e creano occupazione a tempo indeterminato. Vanno valorizzate le eccellenze italiane dall’agricoltura, alla moda, al turismo, alla cultura, alla green economy;

per l’ambiente. Va cambiato l'attuale modello di sviluppo, responsabile dei cambiamenti climatici, del consumo senza limiti delle risorse, di povertà, squilibri e guerre. Va fermato il consumo del territorio, tutelando il paesaggio, archiviando progetti come la TAV in Val di Susa e il Ponte sullo Stretto di Messina. Va impedita la privatizzazione dei beni comuni, a partire dall’acqua. Va valorizzata l'agricoltura di qualità, libera da ogm, va tutelata la biodiversità e difesi i diritti degli animali. Vanno creati posti di lavoro attraverso un piano per il risparmio energetico, lo sviluppo delle rinnovabili, la messa in sicurezza del territorio, per una mobilità sostenibile che liberi l’aria delle città dallo smog;

per l’uguaglianza e i diritti sociali. Vogliamo eliminare l’IMU sulla prima casa, estenderla agli immobili commerciali della chiesa e delle fondazioni bancarie, istituire una patrimoniale sulle grandi ricchezze. Vogliamo colpire l’evasione e alleggerire la pressione fiscale nei confronti dei redditi medio-bassi. Vogliamo rafforzare il sistema sanitario pubblico e universale ed un piano per la non-autosufficienza. Vogliamo il diritto alla casa e il recupero del patrimonio edilizio esistente. Vogliamo un tetto massimo per le pensioni d’oro e il cumulo pensionistico. Vogliamo abrogare la controriforma pensionistica della Fornero, eliminando le gravi ingiustizie generate, a partire dalla questione degli “esodati”;

per la conoscenza, la cultura, l’informazione libera. Affermiamo il valore universale della scuola, dell’università e della ricerca pubbliche. Vogliamo garantire a tutte e tutti l’accesso ai saperi, perché solo così è possibile essere cittadine e cittadini liberi e consapevoli, recuperando il valore dell’art. 9 della Costituzione, rendendo centrali formazione e ricerca. Vogliamo valorizzare il patrimonio culturale, storico e artistico. Vogliamo una riforma democratica dell’informazione e del sistema radiotelevisivo che ne spezzi la subordinazione al potere economico-finanziario. Vogliamo una legge sul conflitto di interessi e che i partiti escano dal consiglio di amministrazione della Rai. Vogliamo il libero accesso a Internet, gratuito per le giovani generazioni e la banda larga diffusa in tutto il Paese;

per la pace e il disarmo. Va ricondotta la funzione dell’esercito alla lettera e allo spirito dell’articolo 11 della Costituzione a partire dal ritiro delle truppe italiane impegnate nei teatri di guerra. Va promossa la cooperazione internazionale e l’Europa deve svolgere un’azione di pace e disarmo in particolare nell’area mediterranea. Vanno tagliate le spese militari a partire dall’acquisto dei cacciabombardieri F35;

per una nuova questione morale ed un’altra politica. Vogliamo l'incandidabilità dei condannati e di chi è rinviato a giudizio per reati gravi, finanziari e contro la pubblica amministrazione. Vogliamo eliminare i privilegi della politica, la diaria per i parlamentari, porre un tetto rigido ai compensi dei consiglieri regionali e introdurre per legge il limite di due mandati per parlamentari e consiglieri regionali. Vogliamo una nuova stagione di democrazia e partecipazione.

Antonio Ingroia ………………………….

Leoluca Orlando ………………………….

Luigi de Magistris ………………………….

Antonio Di Pietro ………………………….

Oliviero Diliberto ………………………….

Paolo Ferrero ………………………….

Angelo Bonelli ………………………….

AUTENTICAZIONE DELLA FIRMA

Io sottoscritto Antonio Matella, Notaio in Roma, iscritto al Collegio dei Distretti Notarili Riuniti di Roma, Velletri e Civitavecchia, attesto che:

Antonio Ingroia nato a XXX, residente a XXX, in qualità di Presidente di “RIVOLUZIONE CIVILE” con sede in Roma, via Marche 72, nonché dell’Associazione “AZIONE CIVILE” con sede in Roma via Marche 72;

Leoluca Orlando, nato a XXX, residente a XXX, in qualità di Presidente di "LA RETE 2018", con sede in Acquasparta, via del Trivio n. 2;

Luigi de Magistris, nnato a XXX, residente a XXX, in qualità di Presidente di "MOVIMENTO ARANCIONE" con sede in Napoli, largo Santa Maria la Nova n. 21;

Antonio Di Pietro, nato a XXX, residente a XXX, in qualità di Presidente di "ITALIA DEI VALORI - LISTA DI PIETRO", con sede legale in Roma in Via di Santa Maria in Via n. 12;

Oliviero Diliberto, nato a XXX, residente a XXX, in qualità di Segretario di "Partito dei COMUNISTI ITALIANI" con sede in Roma, corso d'Italia n. 19,

Paolo Ferrero, nato a XXX, residente a XXX,in qualità di Segretario di "Partito della RIFONDAZIONE COMUNISTA" con sede in Roma, via del Policlinico n. 131,

Angelo Bonelli, nato a XXX, residente a XXX, Presidente di "FEDERAZIONE DEI VERDI" con sede in Roma, via A. Salandra n. 6

della cui identità personale, qualifica e poteri di firma io, Notaio, sono certo, hanno apposto in mia presenza la propria firma in calce alla istanza che precede, dopo l’ammonizione ed il richiamo da me Notaio fatti in relazione alle sanzioni penali previste per le ipotesi di falsità e dichiarazioni mendaci, ai sensi degli articoli 48 e 76 del D.P.R. 28 dicembre 2000 n. 445, e previa lettura datane da me Notaio.

Roma, 10 gennaio 2013 ………………………………………….
(Notaio)





10 punti programmatici minimi irrinunciabili di CSP

1. Sì a un’Europa dei cittadini, alla rinegoziazione del debito pubblico e delle normative europee al riguardo attraverso una alleanza dei Paesi mediterranei oggi devastati dalla crisi e a un progetto di riconversione di ampi settori dell’economia in grado di rilanciare l’occupazione con migliaia di piccole opere di evidente e immediata utilità collettiva. No all’Europa delle banche e dei banchieri e delle politiche recessive in atto.

2. Sì a un grande progetto di riconversione ecologica dell’economia e di riassetto del territorio nazionale e dei suoi usi per garantire la sicurezza dei cittadini e la riduzione del consumo di suoli agricoli. No alle grandi opere (dal Tav Torino-Lione al Ponte sullo stretto e al proliferare di autostrade e raccordi) inutili, dannose all’ambiente e alla salute ed economicamente insostenibili.

3. No a contrazione del lavoro e al precariato e alla riduzione di fatto dei salari e delle pensioni. Sì al ripristino delle tutele del lavoro e dei lavoratori cancellate dai Governi Berlusconi e Monti (anche con sostegno ai referendum) e alla sperimentazione di modalità di creazione diretta di occupazione, anche in ambito locale, all’introduzione di un reddito di cittadinanza, al potenziamento degli interventi a sostegno delle fasce più deboli e dei presidi dello stato sociale (nella prospettiva di un welfare dei diritti e non di forme di assistenzialismo caritatevole).

4. No agli attuali costi fuori controllo della politica e alla rappresentanza come mestiere. Sì alla autonomizzazione della politica dal denaro, all’abbattimento dei relativi costi, alla previsione di un tetto massimo per i compensi pubblici e privati, all’azzeramento delle indennità aggiuntive della retribuzione per ogni titolare di funzioni pubbliche.

5. Si a un’imposizione fiscale più incisiva sui redditi elevati, sui patrimoni e sulle rendite finanziarie (con estensione alle proprietà ecclesiastiche). No ad aumenti delle imposte indirette e a inasprimenti della fiscalità nei confronti dei redditi medio-bassi.

6. Sì a un’azione di ripristino della legalità, di contrasto della criminalità organizzata, dell’evasione fiscale e della corruzione con recupero di risorse da destinare a un welfare potenziato e risanato dal clientelismo. No alle politiche dei condoni e alle leggi ad personam.

7. No a tutte le operazioni di guerra e drastica riduzione delle spese militari. Sì alla destinazione dei corrispondenti risparmi e di risorse adeguate a sanità, scuola pubblica, ricerca e innovazione (nella convinzione che sapere e istruzione sono prerequisito della democrazia e intervento strategico).

8. Sì a politiche di valorizzazione dei beni comuni e a forme di sostegno e promozione delle esperienze di economie di cooperazione e solidarietà. No allo svuotamento di fatto dei referendum del 2011 e alla vendita ai privati dei servizi pubblici locali.

9. No ad ogni forma di discriminazione e di razzismo (e alle leggi che ne sono espressione, a cominciare dalla Bossi-Fini). Sì al pieno riconoscimento dei diritti civili degli individui e delle coppie a prescindere dal genere, a una cultura delle differenze, a politiche migratorie accoglienti e all’accesso alla cittadinanza per tutti i nati in Italia.

10. Sì a una riforma democratica dell’informazione e del sistema radiotelevisivo che ne spezzi l’attuale subordinazione al potere economico-finanziario. No al conflitto di interessi e alla concentrazione dell’informazione.

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