lunedì 31 dicembre 2012

Brevi taccuini : se tu scegli ..non vale.LE primarie finte e azzoppate della sinistra

A nulla  valgono i fiumi di parole e la  corrente  di indignazione  contro la  casta politica.
Cosi'  dopo aver assistito basiti alla  conferma  del  tanto vituperato  porcellum in ambito nazionale , le pretese di molti di divenire rappresentanti a vita (categoria  nuova  e  simile  rispetto a  quella  degli omonimi senatori ) senza passare dal consenso della  gente si sono rinvigorite  e  primarie  artificiose lo confermano. Candidati scelti dai vertici delle  segreterie,posti riservati d'ufficio,rinnovo del mandato anche in proroga  e per nulla  in ossequio  ai dettami statutari .Insomma ,la casta  e'  casta quasi  geneticamente  determinata.

MArio Guglielmino

Brevi taccuini : Ahi Ahi Ahi Crocetta e Borsellino

Pochi giorni  fa'  scrivevo  della  speranza  rivoluzionaria  di  Crocetta.
Nell'arco  di  due  giorni  devo  purtroppo  registrare  due  eventi ( una  dichiarazione  pro Bersani  e un provvedimento  sulla  sanita' )  che  gettano una  doccia  fredda su  queste  speranze.
Crocetta si  schiera  con Bersani  alle  nazionali,sposando in pratica il cerchiobottismo del PD  nazionale.
E in Sicilia  vengono introdotti  inaccettabili tickets sulla  degenza  sanitaria (10 euro  almeno  fino  a 25   o  adirittura  50 al  giorno  per  ricoveri e  DH.)
Rimango allibito  della  prontezza  di riflessi  dell'apparato  nello scovare  possibili fonti  di reddito  sfruttando i gia'  tragici  bisogni  di salute  della  gente .
E  dire  che  lo stato  sociale e la  sanita' sono stati  cavallo di battaglia  per  Crocetta  in  campagna  elettorale.
E' vero, a  pagar  son sempre  gli stessi

MArio Guglielmino

sabato 29 dicembre 2012

Voci Critiche nel seno del consiglio comunale

di Antonella Monastra

Con chi proviamo a cambiare il mondo?




Sono una consigliera comunale indipendente di Palermo, espressione della società attiva e civile nell’area della Sinistra. Faccio parte del Comitato operativo nazionale di ALBA ed ho aderito a Cambiare Si Può. Ieri sera in Consiglio Comunale era in discussione la Delibera sullo Schema di Convenzione per appaltare il Servizio di Tesoreria del Comune.

La Giunta è formata da Rifondazione Comunista e Italia dei Valori. Il Sindaco è Leoluca Orlando. Il Consiglio Comunale ha una maggioranza bulgara di 30 consiglier* di IdV su 50.

La delibera, piuttosto scarna, prevedeva, sic et simpliciter, uno schema di convenzione “tecnico”. Ma, coerentemente alle mie posizioni ed alle mie battaglie d’aula degli anni precedenti, ho proposto degli emendamenti che introducevano criteri di eticità nella scelta delle Banche che dovessero assolvere il compito del Servizio di Tesoreria.

Lo strumento da me proposto era quello di prevedere, nell’ambito dei parametri di valutazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa, l’attribuzione di una premialità, mediante apposito punteggio, agli Istituti Bancari che avessero dichiarato di uniformare la proprie attività ai principi etici propri della cultura della pace, della solidarietà e dei diritti umani, la cui realizzazione è condizione necessaria ...

giovedì 27 dicembre 2012

Quasi un anno di bilanci per Voci Attive

                                                  di MArio Guglielmino

VOci Attive nasce dall’indignazione civica.E si sviluppa nella propositivita’.La scelta di definirsi come una associazione politico culturale pone Voci Attive in una dimensione di vivace e continuo rapporto e dialogo con la realta’ globale.


Come Cittadini del mondo riteniamo ormai ineludibile metterci in gioco ,occupandoci anche di politica per evitare che la politica si occupi di noi in modo distorto.

Comprendere la politica non come una funzione di pochi ma come il primo frutto della dialettica sociale e’ essenziale per riscoprire che dietro e oltre ogni forma di delega e rappresentanza v’e’ un dovere dell’uomo in quanto tale ,un richiamo alla partecipazione ,una dimensione sociale che essendo costitutiva dell’uomo non puo’ e non deve essere delegata ad altri e provoca il sorgere di un diritto /dovere ,un compito anche minimo per ciascuno di noi.

Voci Attive quest’anno ha partecipato consapevolmente alle dinamiche elettorali e politiche che hanno interessato la Sicilia e Palermo

domenica 23 dicembre 2012

Buon Natale: per noi un pensiero di Padre Gianni Notari S.J.

Riceviamo e con gioia  pubblichiamo un pensiero  natalizio del nostro  caro amico Padre Gianni  Notari

Padre Gianni Notari
        Questo Natale facciamo un passo in più!



«Interrogandosi sul perché Dio abbia abbattuto la torre di Babele, un midrash racconta: “gli uomini dissero: costruiamo una città e una torre la cui cima arrivi al cielo. Ora la torre aveva sette gradinate ad oriente e sette ad occidente. Gli uomini salivano da una parte per portare i mattoni, mentre scendevano dall’altra parte per andare a caricare. Se cadeva un mattone si sedevano e piangevano dicendo: Ah, si è rotto un mattone! Che cosa facciamo, qual è il suo prezzo? Dobbiamo farne un altro! Passò allora di là il Signore e vide che gli uomini che cadevano dalle impalcature non erano pianti ma il mattone cotto trovava grande pianto. Allora li maledisse e li disperse su tutta la terra” (Genesi Rabba, 11,1,9)»



Come nella Babilonia biblica raccontata da questo midrash anche oggi la vita umana ha poco valore, considerata spesso solo un mezzo dinanzi al fine rappresentato da denaro e beni materiali. Lavorare, produrre, spendere sono gli imperativi che regolano l’esistenza. Quello che transita sul mercato assume maggiore valore della dignità umana, delle relazioni, nella quotidianità dell’individuo come nelle politiche pubbliche, più attente agli indici di borsa che alle storie personali. Lo spread interessa di più delle vite di quanti perdono il lavoro, dei precari senza prospettive, dei poveri e degli emarginati (è condivisibile il rigore nei conti pubblici ma siamo certi che le risorse non possano essere reperite in altro modo, colpendo i tanti interessi parassitari che soffocano lo Stato?).

Nel racconto biblico Dio male-dice quanti hanno dato maggiore importanza ad un oggetto piuttosto che alla persona. Il progetto di Dio poggia, infatti, sull’amore. Donandoci suo Figlio – la cui nascita in questi giorni stiamo ricordando – egli vuole creare un’umanità nuova, indicandoci la via dell’attenzione alla persona. Il senso del Natale, pertanto, poggia sul dono non come oggetto da scambiarsi ma come stile di vita improntato alla relazione e all’attenzione verso l’altro. È l’accoglienza di ogni essere umano che sta a cuore a Dio mentre gli uomini, spesso, sopravvalutano i beni materiali. La prevaricazione dell’economia e l’abitudine a considerare l’altro come strumento da utilizzare ingenerano precarietà ingestibili, rendono aridi, sviliscono il nostro essere cristiani nella misura in cui vanificano il dono d’amore che Dio ha fatto a noi.

Celebrare il Natale, pertanto, è rendere ospitale la nostra vita e donarla. Questa è la scommessa del nostro tempo. Per fare ciò, dobbiamo accogliere l’altro; il nostro cuore deve divenire una “casa” per ogni nostro fratello. Ci affidiamo alla metafora della casa in quanto ben si presta a descrivere un nuovo modo di rapportarci alla vita e agli altri. Il Natale è una festa tradizionalmente legata alla dimensione domestica, spazio dell’intimità, del noto e del familiare. La casa, però, non è solo luogo della separazione dallo spazio esterno ma può esserlo anche della continuità. Essa è, infatti, porta aperta alla vita degli altri, in un continuo movimento attraverso porte che non sono confini da presidiare ma varchi da attraversare. Ci ricorda Gesù: «Se amate quelli che vi amano quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?» (Mt. 5,46-47).

In casa si accoglie, si lascia che l’altro acceda alla nostra sfera più intima. La dimensione della casa ci consente di ripensare la ricorrenza che stiamo celebrando. Gesù, infatti, per comunicare ha scelto la condizione antropologica di ogni uomo e ogni donna: ha scelto di abitare una casa, di essere parte di una famiglia e di accogliere in essa, e attraverso essa, ogni persona. L’Incarnazione può essere concepita in questi termini come abitare la casa degli uomini. Partendo da questa condizione, Gesù si pone accanto ad ogni suo fratello, soprattutto ai più fragili e bisognosi, nell’amore e nella gratuità.

Oggi vivere il progetto di Dio significa rendere “casa” il nostro cuore, aprirlo agli altri e tenerlo aperto. Non rimanere curvi su noi stessi; sconfiggere l’indifferenza, porsi in ascolto e condividere gli affanni e il dolore dei tanti poveri, degli emarginati, di quanti questa società etichetta come “vite di scarto”. Questi sono nostri fratelli che ci passano accanto quotidianamente e tante volte tendono la mano alla ricerca di aiuto.

Oltre allo scambio dei doni sotto l’albero quest’anno facciamo un passo in più e doniamo il nostro cuore, adempiendo al progetto che Dio Padre realizza con la nascita di suo Figlio. Investiamo sulla fragilità di quel bambino che oggi contempliamo, Dio che si fa dono per la nostra felicità. Sembra una follia in un momento in cui si lotta per la sopravvivenza e solo il più forte è il vincente. Fermiamoci, invece, a interiorizzare la tenerezza di Gesù che nasce e si offre alla nostra vita e sulla relazione che con esso instauriamo. Questa relazione è la nostra forza che ci consente di superare le difficoltà. La logica del dono, infatti, può aiutarci a rigenerare il tessuto sociale, aprendolo alla solidarietà, un valore fondamentale in un momento storico in cui la forzata sobrietà diventa povertà per fasce sempre più ampie di popolazione che non possono essere lasciate sole, “scartate”, gettate come rifiuti di una società in corsa verso una crescita sempre più folle e auto-distruttiva.

Dinanzi alla crisi economica e relazionale che caratterizza il nostro tempo, il mistero del bambino che nasce a Natale in una grotta aperta agli altri ci dice di aprire la nostra casa, il nostro cuore. Ci dice di non chiuderci nell’individualismo ma di guardare verso l’altro, di farci interrogare dalle sue sofferenze.

Questo Natale facciamo un passo in più!









Catania, 25/12/2012 P.Gianni Notari








NATALE 2012 :tra memoria e prospettiva


NATALE 2012: TRA MEMORIA E PROSPETTIVA
















Saverio’s band

“Viaggiu dulurusu di Maria Santissima e lu Patriarca San Giuseppi in Betlemmi”per ricordare u viaggiu dulurusu di tanti africani in cerca di lavoro e di serenità

23 dicembre ore 19.00
Oratorio di S. Cita via Valverde,

in collaborazione  con  Il Genio di Palermo   http://www.ilgeniodipalermo.com/



Moltissimi viaggiano per nascere, anche solo per essere trasportati all’ospedale, ancora nel pancione di mamma. E’ un viaggio doloroso, perché la mamma soffre le doglie, o c’è qualche problema che mette paura. Il meraviglioso è quando l’esserino arriva a respirare l’aria di fuori, e lì, se si è persone con il cuore e il cervello al posto giusto, ci si accorge di non essere più adulto, e di essere diventato genitore.




Il più famoso dei viaggi dolorosi è “Il viaggiu dulurusu” raccontato nei Vangeli: un uomo, una ragazzina e il suo pancione devono andar via da Nazareth, dove vivono, per andare a Betlemme perché il capofamiglia deve essere inserito nelle liste del censimento.



Il pancione è quasi pronto per lasciare uscire il suo ospite, che è di eccezionale importanza; ciononostante la piccola Maria non vuole che il suo sposo, il maturo Giuseppe, vada da solo, e si mettono in viaggio tutti insieme. Niente SUV, niente autostrade, niente farmaci di supporto: a dorso di mulo, si va, ed è inverno. Sappiamo tutti come continua la storia: il neonato nasce sano e bello, nonostante le difficoltà, e lo aspetta un lavoro duro, che, dopo due millenni, una morte e una resurrezione, ancora non sembra concluso.



Binidittu Annuleru, canonico monrealese, nella prima metà del ‘700 racconta questo viaggio in una Novena che pochi anni fa è diventata un Oratorio musicale a cura di Cosimo Scordato e Vincenzo Mancuso. L’autore settecentesco scrive in un dialetto commovente, che rende vivi e presenti i personaggi del “viaggiu”, li avvicina all’ascoltatore siciliano, che risente nelle parole di Giuseppe l’atavico senso di protezione “maschile” verso le donne e i bambini della propria famiglia, e nella remissiva Maria il senso di coraggiosa resistenza alle avversità che scorre nelle vene delle femmine sicule. La musica sostiene e accompagna il viaggio, rendendo ancora più struggente il racconto e i dialoghi ancora più emozionanti.



Il “Viaggiu Dulurusu” sarà riproposto domenica 23 Dicembre, alle 19, presso l’Oratorio di Santa Cita, con gli arrangiamenti di Emanuele Amorello. Le voci di Giuseppe e Maria, vibranti e vere, sono di Gaetano Butera ed Elena Spano, mentre Vito Restivo sarà il narratore; Mario Guglielmino al flauto, Agostino Amorello alle percussioni, Salvo Perriera alla chitarra, Salvo Imbesi al violino, Emanuele Amorello al pianoforte, sono gli altri elementi che si comporranno per dar vita e senso al racconto.



A chi verrà ad ascoltare ed emozionarsi, non verrà chiesto nessun biglietto a pagamento: Vito Restivo, organizzatore dell’evento e responsabile di Palermo dell’associazione LVIA che si occupa di aiutare le popolazioni africane a trovare fonti d’acqua, chiederà solo di ascoltare, attraverso le voci del “Viaggio Dulurusu”, le voci di tutti coloro che si sono messi in viaggio per “rinascere”, costretti a lasciare la loro arida terra madre, spesso rifiutati anche dalla terra in cui sperano.



Molti di questi non hanno avuto futuro, perciò anche per loro andremo a vedere, sentire, e vivere il “Viaggiu Dulurusu”, e faremo come Binirittu Annuleru, che, scrivendo la sua novena in dialetto, non ha potuto fare a meno di usare il futuro, estraneo all’abitudine espressiva del siciliano: noi metteremo il futuro della fiducia e del coraggio nel dialetto della nostra quotidianità difficile, e come gli adulti che stanno per far nascere il loro salvatore, da adulti diventeremo genitori, anche di noi stessi.



Auguri di buon “viaggiu” a tutti.



M. Gloria Calì









Lettera sulla sanita'

Ecco in anteprima  il testo  di una  lettera  che  prossimamente  con modalita' da  stabilire  invieremo  all'assessore alla sanita'  siciliana dssa Borsellino e  al presidente  Crocetta .
Un appello  perche' la  rivoluzione  culturale  e morale  si estenda  anche  a uno  dei  settori  piu' delicati per la  vita  del  cittadino e spesso  invece diventato strumentale  terreno  di  conquista  e di lotte  di potere.


Al Presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta


All’Assessore alla Sanità, drssa Borsellino



Da operatori nel sistema sanità della Regione Siciliana, o da “semplici cittadini”, rivolgiamo un accorato appello al Presidente della Regione, all’Assessore alla Sanità e a tutto il nuovo governo regionale affinchè le prime e fondamentali scelte nel settore sanitario segnino una radicale svolta ed un deciso cambio di tendenza rispetto al passato.



Ricordare alle SS.LL. che la salute è probabilmente il più importante bene del quale si debba aver cura è certamente superfluo. Chi opera nel settore della sanità con funzioni di diretta assistenza ai pazienti - medici, infermieri e qualunque altra figura sanitaria - deve essere guidato, più che in qualsiasi altra professione, da amore per il proprio lavoro e dalla “missione” di alleviare le sofferenze del paziente che è affidato alle sue cure. Come in qualunque altra attività della vita, tuttavia, è evidente che anche nei diversi settori del sistema sanità vi siano professionalità ed umanità di diverso livello. Chiunque si ammali e abbia necessità di ricorrere all’assistenza pubblica spera di trovare nel medico che lo prende in cura le giuste risposte alla domanda di salute e, forse ancor più, quell’empatia che rassicuri circa un percorso di guarigione nel quale si può essere accompagnati da professionisti preparati e “solidali”. Purtroppo, non sempre è così. Vi possono essere ad ostacolo sia limiti nelle capacità professionali ed umane, sia carenze nelle strutture sanitarie. Questo secondo punto deve, oggi ancor più che nel passato, fare i conti con le difficoltà economiche che il Paese tutto e la Regione Sicilia stanno incontrando.

E‘ evidente, tuttavia, che le scelte sugli investimenti da fare, la rifunzionalizzazione delle strutture esistenti e il coraggio nel chiudere strutture non funzionanti e non necessarie, per reinvestire altrove, possano essere la bussola per operare nella direzione di un potenziamento dell’offerta sanitaria, pur in momento di difficoltà economica.



Questo appello, tuttavia, vuole focalizzare il primo aspetto: quello della qualità degli operatori. Potremmo dire quello della scelta delle persone alle quali i cittadini affidano il proprio bisogno di salute. Occorre che questo governo ponga con forza al centro di ogni scelta il criterio della meritocrazia. Occorre che ciò avvenga a partire dai concorsi per l’assunzione di semplice personale ausiliario - il sorriso e la capacità di un inserviente possono valere una migliore giornata di degenza per qualsiasi paziente in qualsiasi ospedale -, proseguendo con l’assunzione di personale infermieristico e medico di ruolo laddove si susseguono “incarichi” che impediscono la continuità assistenziale e che non danno serenità agli operatori, e concludendo con le scelte dei direttori di unità operative complesse e di dipartimento.



Occorre nell’immediato che ciò avvenga nelle scelte dei Direttori Generali e dei Direttori Sanitari delle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere. Si tratta di scelte fondamentali per lo sviluppo della Sanità nel prossimo quinquennio. La politica di basso livello che fino a ieri ha operato le sue scelte ha fatto delle Aziende Sanitarie una “dependance” per la raccolta del consenso elettorale. Troppo spesso le nomine dei Direttori hanno obbedito ad un “manuale Cencelli” della maggioranza che ha governato, ignorando le vere capacità professionali di chi doveva operare nel governo della salute.

Appare anche opportuno richiedere che i Direttori Generali vengano selezionati dal mondo della Sanità, che siano cioè persone che conoscano i criteri dell’organizzazione ospedaliera e che siano realmente in grado di visitare gli ambulatori territoriali e i presidi ospedalieri da loro diretti, rendendosi conto dei fabbisogni degli utenti.

Chiediamo che nell’imminenza di operare le nuove scelte, le SS.LL. sappiano dimostrare che la competenza è l’unico faro che guiderà l’operato del governo regionale. Chiediamo che si usino criteri di assoluta trasparenza, che i possibili candidati rendano preventivamente pubblici i propri curricula e che nelle scelte prevalgano esclusivamente i criteri di competenza e professionalità. Insomma, un passo indietro della “vecchia politica” rispetto all’invadenza nel mondo della sanità. Da quì, non più Primari nominati per “appartenenza politica” ma solo per preclare capacità professionali.

A tal proposito, è necessario che si torni all’idea del primariato come istituzione  garante  del  sapere medico scientifico; troppo spazio oggi i direttori di unità operativa sono costretti a dedicare alla mera  ragioneria contabile. Occorre ridurre il carico di burocratizzazione del ruolo del primario, pur  nel rispetto e nell'esigenza  del  controllo dell'attivita' e  degli sprechi.



Occorre rendersi conto che chi amministra la Sanità è il principale responsabile della “buona sanità” o della “mala sanità”. Vorremmo che il giudizio sulle capacità di una amministrazione non si basasse sulla “capacità” di operare tagli di spesa trasversali e spesso ciechi o di avere le carte a posto rispetto alle valutazione dell’AGENAS, ma che sia basato sulle scelte operate per venire incontro ai reali bisogni di salute di un territorio.



Signor Presidente, il Suo percorso è iniziato con segni di discontinuità rispetto al passato che possono fare sperare. Signora Assessore, la Sua storia personale di impegno nella Sanità ed il Suo Nome possono essere garanzia di scelte di grande onestà.

Alle Vostre imminenti scelte guarderemo, conoscendo uomini e cose della Sanità, per comprendere se vi sono reali prospettive di cambiamento nel più delicato settore politico che questo Governo dovrà gestire.

Con l’augurio di non restare delusi e con la fiducia che le scelte possano cambiare in meglio




Voci  Attive  sara'  tra  i primi  firmatari della  missiva.













domenica 16 dicembre 2012

CAPODANNO SOLIDALE

Una proposta alternativa per un fine 2012 e inizio 2013 divertente, sobrio e solidale...


vi aspettiamo con gioia al


CAPODANNO SOLIDALE 2013

organizzano:

L.V.I.A. Palermo Vivi e Lassa Viviri Le Cupolette Rosse

in collaborazione con

Voci Attive

a
MONTEDORO (CL)


31 DICEMBRE: CENONE CON MENU' RUSTICO MUSICA E BALLI


1 GENNAIO: VISITA GUIDATA DEL MUSEO DELLA ZOLFARA E DEL MUSEO ANTROPOLOGICO


Conoscere il proprio passato per costruire un futuro comune e solidale….una parte dei contributi sarà devoluta per il sostegno di un progetto idrico in Africa


n. 2 Offerte:



Cenone Capodanno + pernottamento + colazione €58,00



Giorno 31/12/12
Arrivo, sistemazione in camera a partire dalle ore 16:00
Pomeriggio libero

Ore 21,00- inizio cenone

La quota comprende cena rustica con prodotti locali

Pernottamento in appartamenti e/o stanze doppie /matrimoniali,

prima colazione.

Giorno 01/01/13

Ore 9,00-11,00 colazione

Ore 10,30 visita guidata del museo della zolfara



2 giorni/2 Notti + cenone Capodanno € 90,00 (con pranzo € 97,00)

Giorno 30-12-12

Arrivo sistemazione in camera a partire dalle ore 16,00
Ore 20,30- cena con “giro pizza”

Ore 22,00- “Bicchierata” all’osservatorio Astronomico “G. Leopardi”
Osservazioni guidate (solo su prenotazione, min 40 pers.)

Giorno 31-12-12

Ore 08,00/09,30- Colazione Italiana

Passeggiata naturalistica nei siti del parco urbano di Montedoro.

Pranzo libero.( possibilità di pranzo al ristorante)

Ore 15,00- inizio delle visite del museo della Zolfara del museo antropologico nelle case museo.

Ore 21,00- Inizio cenone.

Giorno 1-1-13
Ore 9,00- 11,00- prima colazione


Le quote non comprendono:

ingresso ai musei, osservazioni e ingresso al planetario,

Quota aggiuntiva: 1 € per i musei e 6 € per l’osservatorio astronomico


PSSS. per conferma inviare una e-mail a questo indirizzo indicando il numero di adesioni e specificando se tra queste ci sono bambini con età inferiore a 12 anni. Per loro si richiede un contributo di solo 12 € per il cenone mentre un pernottamento sarà gratuito. Il pernottamento avrà luogo presso case comode ed accoglienti a due passi dalla sala ristorante delle Cupolette Rosse nel paese di Montedoro.

Info 3289273481 3421683245

Buona vita

Vito Restivo



LVIA -VIVI e LASSA VIVIRI-VOCI ATTIVE insieme per il NATALE e il NUOVO ANNO

LVIA e Vivi e Lassa Viviri in collaborazione con VOCI ATTIVE t’invitano a vivere il


NATALE 2012:

TRA MEMORIA E PROSPETTIVA
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Saverio’ band

Viaggiu dulurusu   per ricordare u viaggiu dulurusi di tanti africani

in cerca di lavoro e di serenità

23 dicembre ore 19.00

Oratorio di S. Cita via Valverde, 1
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Ensemble Luminis Musica

Laudi e ballate

medievali                per contemplare il volto del bambinello Gesù

28 dicembre ore 19.00

Chiesa di S. Giovanni Decollato p.zza omonima

Sarà proiettato il filmato del viaggio in Tanzania del gruppo LviaPalermo
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Centu Noti

Canti natalizi della tradizione popolare

per contemplare i

tanti luoghi di Palermo in cui Natale è ogni giorno

6 gennaio ore 18.00

presso il teatro della Chiesa San Pio X via Villagrazia, 38
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Tre eventi musicali per vivere il Natale all’insegna della solidarietà…aiutaci ad

aiutare chi come il bambinello Gesù non ha un tetto ne' cibo ne' acqua per

dissetarsi…

info:3289273481 www.lvia.it www.vociattive.it

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  giorno 4 gennaio 2013   ore 19,30  Viaggiu Dulurusu sara' replicato  alla  Chiesa  Madre di

                                                         Collesano (PA)

Giorno 29 dicembre 2012 alle ore  21,30 presso la  chiesa dell'Assunta in via  Maqueda (PA) sara'     
                                                                  presentato SEMU JUNTI A  STA  NUVENA 

sabato 1 dicembre 2012

Parole per un viaggio in Africa


di Federica Restivo



BREVE RACCONTO DI UN VIAGGIO IN AFRICA


Sono passati ormai mesi dal mio ritorno dall'Africa eppure mi sembra ieri. Mi sembra ancora di

riuscire a sentire l'odore della terra secca, cercando il suo colore rosso tra il triste grigio dell'asfalto.

Mi alzo ogni mattina con la voglia di un po' di silenzio, ma ciò che trovo è solo confuso rumore. È

questo il tanto famoso "mal d'Africa"? Può essere. Ricordo il mio viaggio con una precisione

sensazionale. D'altronde, come potrei mai dimenticare qualcosa? L'africa travolge senza dare la

possibilità di selezionare ciò che vorrai ricordare e allora, per non dimenticare, devi prendere tutto.

E io ho preso tutto: l'ansia e l'entusiasmo, la gioia e la paura, la diffidenza e la fiducia. Non voglio

scrivere di quanto sia bella l'Africa... chi c'è già stato lo sa, chi non c'è stato lo immagina. Voglio

scrivere di come quindici giorni in Africa possono cambiarti la vita. In realtà è iniziato tutto a

Palermo: l'organizzazione del viaggio e i preparativi hanno incrementato la nostra voglia d'Africa e

ci hanno resi sempre più coscienti di ciò a cui andavamo incontro. Eppure, per quanto tu possa

immaginare, per quanto tu possa cercare di prepararti, quando poggi il primo piede sulla terra del

continente nero, ti rendi conto di non essere mai abbastanza pronto. Che fare allora? Sorridere. Si

perchè ciò di cui si ha più bisogno in Africa è il sorriso. Il sorriso dei bambini, degli adulti, di chi è

con te. E proprio questo sorriso, il nostro gruppo di viaggio, se l'è portato dietro sempre: da

Kongwa a Dar es Salaam. Dopo le prime dieci traumatiche ore di strada su un dalla-dalla, abbiamo

fatto la splendida conoscenza di Emanuela e Martina. Due ragazze sensazionali, volontarie della

L.V.I.A., che ci hanno accompagnato nel nostro primo approccio con questa cultura totalmente

differente. Loro, insieme ad Italo, sono state due figure estremamente importanti nel nostro

viaggio. Mi chiedo come sarebbe stato senza di loro... in realtà non credo di voler conoscere la

risposta. Sono stati un'esempio di vita per me. Due ragazze, giovani e belle, in un periodo tanto

emblematico della loro vita, hanno deciso di dedicare una spessa fetta della loro esistenza ad un

progetto nel quale credono fermamente. Questa cosa mi ha profondamente toccato. Nel momento

in cui ci si chiede chi essere nella vita, piombano nella propria esistenza due figure del genere. La

mia stima nei loro confronti, e nei confronti di chi come loro, è inesprimibile.

Dicono che il viaggio sia la meta, probabilmente è così. Non è importante dove siamo arrivati, ma

come... ogni singola tappa, ogni villaggio ci ha insegnato qualcosa che nel complesso perderebbe

il suo autentico valore. Ogni villaggio è stato un'esperienza di vita, unica e irripetibile, che ci ha

permesso di costatare quanto importante sia il fare bene per fare del bene. E in questo i volontari

sono stati bravissimi. Probabilmente il loro lavoro è una goccia in un oceano, ma per sanare le

lacerazioni nel sistema sociale africano c'è bisogno di molto di più che una validissima squadra di

associazioni e volontari. Un proverbio africano però, ci ricorda che ogni baobab ha per genitore un

piccolo seme. Quando potremo raccogliere i frutti allora di quanto si continua a seminare? A

giudicare dagli sguardi incontrati sulla nostra strada, molto presto. La voglia di fare e di vita che

esprimono i volti incontrati per strada io non l'ho mai vista. Nemmeno in Italia, nemmeno sul volto

della persona più benestante al mondo. E in questo consiste la straordinarietà dell'Africa, nel

sapere apprezzare la semplicità delle piccole azioni con la certezza che esse diventeranno grandi.

Dopo aver trascorso una settimana nei pressi di kongwa, visitando i villaggi in cui erano state

realizzate opere idriche con i fondi raccolti tra il 2011 e il 2012, ci siamo spostati ad Iringa. Altra

esperienza sensazionale: abbiamo conosciuto Lucio e Bruna, due pensionati bolognesi che alle

partite di burraco hanno preferito istituire un centro di accoglienza per bambini disabili. Essi difatti

vengono allontanati dalla famiglia, perchè ritenuti vittime di stregoneria, e costretti a mendicare in

strada abbandonati a se stessi. La pazienza e la dedizione di questa splendida coppia ha restituito

la dignità che era stata tolta a questi bambini, garantendo loro le cure necessarie e l'affetto di una

famiglia. Da Iringa ci siamo spostati a Pomerini, dove abbiamo fatto la conoscenza di fra Paolo,

missionario italiano che da più di dieci anni dedica la sua vocazione ai bambini sordomuti. Su

modello del progetto di Lucio e Bruna, con l'aiuto di volontari ha costruito un centro di riabilitazione

frequentato da tantissimi piccoli pazienti che vengono educati e aiutati per affrontare nel migliore

dei modi il loro handicap. Ciò che più colpisce di fra Paolo non è il suo carisma, non è la sua

bontà... sono i suoi piedi. Due piedi che rifiutano le scarpe, che non vogliono portare alcuna

calzatura. Due piedi scalzi, scalzi come quelli dei bambini. Due piedi che hanno fatto tanta strada,

e tanta gliene auguro di fare. Due piedi che non conoscono riposo, che si muovono il giorno come

la notte sui pedali di un automobile che all'occorrenza diventa ambulanza, che corrono veloci verso

chiunque abbia bisogno d'aiuto. Fra Paolo non è un medico, ma ha imparato ad esserlo: il villaggio

non dispone di alcun ospedale, di alcun centro sanitario, e nel momento del bisogno è lui che

mette a disposizione di chiunque le sue conoscenze. La gratuità di quest'uomo non conosce

eguali. Lasciato Pomerini ci siamo spostati verso Dar es Salaam, dove siamo stati ospitati presso

la sede del COPE. È stata l'ultima tappa del viaggio nella vera Africa, da lì infatti ci siamo poi

spostati verso Zanzibar per quattro giorni di pura vacanza. È stato quasi un trauma passare dalla

povertà più assoluta dei villaggi al lusso sfrenato di una località turistica. Eppure, anche li abbiamo

trovato qualcosa di unico... la gentilezza di coloro che offrivano qualsiasi servizio per potersi

guadagnare da vivere, la loro totale disponibilità verso qualsiasi capriccio di turisti da tutto il

mondo, la loro pazienza nell'imparare un po' di tutte le lingue. Tirando un po' le somme, è questo il

vero splendore dell'Africa: la sua dinamicità, la voglia di vita che trasmette, l'entusiasmo, la

speranza che un giorno anche per lei arriverà la pace e la gloria che tanto si merita.

Novembre 2012

Federica Restivo

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