Presentiamo qui alcuni brani tratti da riflessioni di Padre Notari sul progetto del Polo Civico.
Si tratta di brevi perle di pensiero, veri capisaldi irrinunciabili e fondativi del nostro operato, termini, espressioni, pensieri, con i quali siamo chiamati quotidianamente e criticamente a confrontarci,in quanto attivi cittadini di un movimento di cittadinanza attiva come Voci attive e di iniziativa politica come Palermo Piu'.
QUesti brani (estratti da un documento piu' ampio ma che per ovvie ragioni rimane ad uso interno)fanno parte integrante del percorso di chiarificazione politica richiesto e affrontato all'interno di Palermo piu' per le note vicende.
LA redazione di Voci Attive
di Padre Gianni Notari
... quali sono le motivazioni ideali sulla base delle quali questo Polo si è costituito. ...
...Le istanze di democrazia partecipativa, il confronto, lo strumento delle assemblee sono alcune delle peculiarità espresse da movimenti e organizzazioni civiche. Tali soggetti, infatti, si contraddistinguono non solo per i contenuti che esprimono ma anche per le specificità di metodo che cercano di utilizzare. In tal senso, si pongono come alternativi rispetto alla politica tradizionale, tendono ad affermare la dimensione del dialogo con la base, dell’ascolto. ..
L’elemento che ha portato diversi soggetti della società civile palermitana a convergere all’interno di un unico Patto è stato, infatti, il desiderio di porsi in discontinuità rispetto alla politica attuale, alla logica delle segreterie (di una come dell’altra parte) e ai metodi usati spesso da queste ultime per garantirsi porzioni di potere e poltrone. Si vuole portare una ventata di aria nuova, dare qualità al dibattito in città e una speranza ai tanti che non si sentono più rappresentati dal teatrino di questa politica; cambiare le logiche della campagna elettorale basandole non sui giochi di forza ma sui programmi concreti.
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. La società civile ... vuole dialogare con la politica ..ma non esserne involontario strumento. ...
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Non dimentichiamo che il richiamo al bene comune si sostanzia proprio nella qualità delle relazioni e nella produzione di capitale sociale che ne discende.
L’adesione a un progetto, infatti, significa accettare un legame, assumere degli obblighi di reciprocità. Significa scegliere di condividere.
Pertanto, i candidati espressi dalla società civile devono mantenere uno stile diverso dalle segreterie. Bisogna vigilare che i propri comportamenti, per quanto certamente in buona fede, non trattino i membri del proprio movimento come elettori ormai fidelizzati cui trasmettere scelte espresse da un gruppo ristretto. Il modus operandi del Patto civico dovrebbe agire mediante la condivisione. Non si può chiedere a qualcuno di essere solamente portatore di consenso e obbedire a logiche che non gli appartengono; al contrario, nei vari step, ogni membro del Patto deve essere realisticamente coinvolto, sulla base degli strumenti deliberativi che sono stati sottoscritti.
Ciò anche per quanto riguarda le alleanze. Sarebbe da ingenui pensare che un polo civico possa esprimere un consenso tale da arrivare da solo al governo della città così come ritenere che tale Polo debba comportarsi come un gruppo chiuso e autoreferenziale rispetto alle altre forze presenti sullo scenario politico. Sono realisticamente necessarie delle alleanze, ma queste devono essere frutto di un discernimento e di condivisione. Ciò soprattutto allorquando la posizione assunta dal candidato espresso entra all’interno di un gioco di segreterie. Non perché una parte politica sia più valida dell’altra o perché una debba essere considerata il “male” e l’altra il “bene”. Non si tratta di esprimere un giudizio “etico” sulle diverse parti coinvolte.
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Il metodo è fondamentale perché esprime uno stile. Per esportare gli strumenti della democrazia partecipativa nel più ampio contesto dell’amministrazione urbana, infatti, è necessario prima applicarli nell’ambito del contesto ristretto del proprio gruppo.
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estratti da un documento ad uso interno di P Notari
giovedì 8 marzo 2012
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