mercoledì 28 marzo 2012

I candidati? Alla Vucciria li vedono così


di Gianni  Nanfa


Riguardo agli argomenti di attualità, i palermitani si dividono in quattro categorie: quelli che leggono e ricordano, quelli che leggono e dimenticano, quelli che leggono e non capiscono, quelli che non leggono ma non rinunciano a dire la loro. A sentirli, questi ultimi sono i più convincenti e addirittura disinvolti perché, non avendo punti di riferimento, vanno a ruota libera. Sono gli stessi che due anni fa, mentre tutti i quotidiani e i TG con assiduità ci aggiornavano sull’emergenza alluvioni nel messinese, pensavano che Giampilieri fosse un cantante degli anni ’60 e Scaletta Zanclea un gioco con le carte francesi! Se uno di questi palermitani doc ha qualche reminiscenza letteraria, ti fa anche la battuta dotta su Bossi che ce l’ha a morte con i meridionali: “Possibile che Giulio Verne è stato capace di mettere ventimila leghe sotto i mari e noi una sula lega ‘un a firamu a ghittàlla a mari?”....
 Lungo il mercato della Vucciria i commenti e le battute sui candidati si sprecano. Costa, grazie al cognome, è un bersaglio facile, e si va dalle battute crocieristiche “Ma pi tia chistu ci a fa?”, “No. Affunna prima ri arrivari!” ai commenti sul carovita. Puntualmente un anziano signore, mentre affiggevano un manifesto di un aspirante consigliere del Pdl sul quale campeggiava “Sindaco Costa”, ha esclamato con tono rassegnato: “Non ci basta quanto ci costano senatori e deputati … ora pure il sindaco costa … ‘un si po’ accattari cchiù niente!”. Malgrado la costante visibilità, per qualche palermitano al mercato, Caronia è e rimane un comune della provincia di Messina: “Ma tu ci u runi u voto a Caronia?”, “A Caronia? Ma ‘un si vota ‘mPalermu?”. Il cognome Ferrandelli è stato già da un pezzo storpiato in “Fernandel” e una vecchietta ha persino chiesto a un fruttivendolo “Ma chistu è niputi ri chiddu chi facìa Don Camillo?”. Un ambulante, osservando un manifesto, ha chiesto a un suo collega: “Ma ‘un era figghiozzu ri Orlando?”. La risposta non si è fatta attendere: “Una vota, ora ci appi a essiri sciarra ‘nfamigghia!”. Di Dragotto il palermitano conosce l’attività, pertanto, rimane nell’ambito: “Ma chistu ‘un travagghia chi machini?”, “Sì, per questo si propone alla guida della macchina comunale”, “Spiramu r’un ghiri a sbattiri a facci o’ muru!”. Intanto, anche fuori dal mercato, tutte e quattro le categorie di palermitani, davanti a un manifesto con una faccia nuova, reagiscono con un unico, lapidario commento: “Mah!”.


(ringraziamo  Gianni  Nanfa per  la  gentile amicizia e collaborazione)
Il testo integrale  e' pubblicato  da  SICILIA  INFORMAZIONI  on line



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