lunedì 26 marzo 2012
DA professore a professore !
di Gianni Nanfa
Da professore a professore
Una spettatrice mi ha chiesto se sono contento che finalmente si sia candidato un politico di razza, che ha una grande cultura e che sa fare il sindaco. Si riferiva chiaramente al prof. Orlando. Io le ho risposto così: “Sarei felicissimo se accettasse una condizione. Se vince, fa il sindaco. Se perde non si deve catamiare da Palermo per i prossimi 5 anni, nemmeno per una gita ad Ustica”. L’anziana signora ha replicato: “Ma, se perde, con questa condizione è come se fosse agli arresti domiciliari!”. “Signora - le ho spiegato - non le ho detto che non deve uscire di casa, deve solo stare a Palermo per cinque anni e vivere insieme ai palermitani una eventuale nuova edizione della Città governata dal centrodestra”. La donna, dopo una lunga pausa,...
mi ha sorriso e, allontanandosi, ha concluso: “Ho capito dove vuole arrivare!”. La pausa le ha permesso di ricordare che dopo le elezioni regionali, perse contro Cuffaro, non lo abbiamo più visto per i successivi 5 anni. Si è ripresentato 4 mesi prima delle elezioni cittadine che ha perso contro Cammarata ed è scomparso ancora una volta per altri 5 anni. Troppo comodo! Tu perdi e noi ci becchiamo le conseguenze! Se non riesci a spuntarla devi rimanere 5 anni a stuccàriti i ammi a fare opposizione dura! “Giù le mani da Palermo!” lo può dire uno che vive a Palermo, ma un turista non ne ha diritto. Mi ricorda tanto gli alunni che parlano di un’opera letteraria senza averla letta, scaricando il riassunto da internet. È un sistema infallibile per non beccarsi un due sul registro, ma non fa capire un cacchio né dell’opera né dell’autore che l’ha scritta. Come spiegargli che è tempo perso andare a studiare nei dettagli la situazione economica del Comune senza vivere quotidianamente i disagi dei cittadini. La retorica, le arringhe contro la mafia, possono incantare la vecchietta nostalgica o l’ambulante analfabeta. I giovani sono smaliziati e, soprattutto, incazzati. Hanno voglia di respirare aria nuova. Vogliono vedere facce nuove. Pretendono programmi ispirati ad una democrazia partecipata che la vecchia politica ignora che cosa sia. Se il Professore teme che i candidati giovani possano essere fagocitati dai professionisti della politica, metta a disposizione della Città la sua esperienza e si candidi come vicesindaco di uno dei giovani aspiranti. Se non gli piace più Ferrandelli, (cacciato inspiegabilmente alcuni mesi prima dell’appoggio di Cracolici e Lumia), provi con Costa, Nuti o Aricò. Dimostrerà così ai palermitani che non è la poltrona che gli interessa, e neppure gli equilibri politici in vista delle prossime regionali, ma il bene della Città.
per gentile collaborazione e concessione del prof . Gianni Nanfa
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