lunedì 19 dicembre 2011

Diritti umani e scienze


LA  violenza non colpisce  solo   fisicamente  l'umanita'   ma  anche  il patrimonio culturale e scientifico



 La medicina tibetana

La straordinaria cultura tibetana, sopravvissuta per migliaia di anni pura e incontaminata, trasmessa di generazione in generazione, rappresenta uno dei tesori del nostro pianeta e oggi questo tesoro unico rischia di andare perduto a causa del genocidio culturale e ambientale. Nel nostro Paese esiste l'Istituto Internazionale Shang Shung per gli Studi Tibetani, fondato nel 1989..(...)
 da Chögyal Namkhai Norbu Rinpoche e inaugurato nel 1990 a Merigar (Arcidosso, GR) da Sua Santità il XIV Dalai Lama. L'Istituto ha sedi negli USA, Austria e in altre nazioni. È un ente culturale senza fini politici o di lucro, la cui missione è quella di preservare la cultura tibetana nella sua purezza ed integrità. Prende il nome dall'antico regno dello Shang Shung, che prosperava in quelle vaste regioni più di 4.000 anni fa ed è considerato la vera origine della Cultura del Tibet. Nell'articolo citato gli Autori analizzano le caratteristiche principali della Medicina Tradizionale Tibetana, scienza millenaria, che pone tra i suoi fondamenti un ascolto attento del paziente, una sua disamina globale (corpo, mente, energia, ma anche ambiente circostante) e cure personalizzate: un autentico Patrimonio dell'Umanità. Nel 2005 l'Istituto ha istituito il primo Corso Quadriennale per medici di Medicina Tradizionale Tibetana in occidente, e sabato 11 settembre 2010 il prof. Namkhai Norbu ha tenuto all'Università di Bologna (col patrocinio della Facoltà di Medicina di Firenze e alla presenza del preside prof. Gensini) la Lezione Magistrale "La Medicina Tibetana Patrimonio dell'Umanità". L'evento, promosso e organizzato dall'Associazione per la Medicina Centrata sulla Persona ONLUS, di Bologna, in collaborazione con l'Istituto Internazionale Shang Shung per gli Studi Tibetani, ha ottenuto il patrocinio di S.S. il Dalai Lama, della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero degli Affari Esteri, della Regione Emilia-Romagna, di Provincia, Comune, AUSL e Ordine dei Medici di Bologna e di altre importanti istituzioni nazionali e internazionali, nel riconoscimento della sua assoluta rilevanza. Il millenario sistema di salute tibetano è stato al centro della Lezione Magistrale del prof. Namkhai Norbu, tra le massime autorità mondiali in materia, tra i più importanti Maestri viventi della Tradizione Tibetana, detentore del Lignaggio Dzogchen. Il Master in Medicina Naturale dell'Università di Firenze, consapevole di tali valori, ha previsto un modulo di KuNye (Massaggio Tibetano) e un modulo di Yantra Yoga (Sistema Tibetano di Tecniche del Corpo) in collaborazione con l'Istituto Internazionale Shang Shung per gli Studi Tibetani di Arcidosso.

Roberti di Sarsina P., Ottaviani L., Mella J. Tibetan medicine: a unique heritage of person-centered medicine. EPMA Journal, doi: 10.1007/s13167-011-0130-x

Paolo Roberti di Sarsina
Esperto per le MnC del Consiglio Superiore di Sanità


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Quale possibile ruolo per l'erborista in un Ospedale pubblico?

L'erborista laureato grazie alle competenze acquisite in ambito tecnico e scientifico, coniugando insieme tradizione e scienza, utilizza la pianta medicinale ed il suo fitocomplesso per il benessere della persona ed il mantenimento della sua salute, tenendo in considerazione anche le interazioni tra i costituenti chimici della pianta e i vari aspetti che caratterizzano il metabolismo e la fisiologia dell'uomo. A tal proposito l'erborista potrebbe far parte del personale di una struttura ospedaliera pubblica. L'erborista sarebbe così a contatto con pazienti e in collaborazione con il personale sanitario. La specifica preparazione nel campo delle piante officinali fa si che l'erborista laureato sia la figura professionale più adatta a collaborare con il medico esperto in fitoterapia. Anche in questo contesto il suo primo strumento di lavoro potrebbe essere una tisana. L'erborista potrebbe provvedere alla formulazione di tisane da somministrare al paziente ricoverato al fine di fornire preparazioni, che possono svolgere un'attività non solo salutare e quindi benefica, ma anche complementare, rispetto alla terapia, ovviamente di concerto con il medico che ne è il responsabile. Le indicazioni delle droghe da tisana provengono dalla tradizione per cui al fine di poterle distribuire nei reparti ospedalieri è essenziale una valutazione del possibile impiego razionale. Infatti lo sviluppo delle droghe vegetali da tisana, reso possibile dal progresso negli studi scientifici, diviene significativo solo nella misura in cui il suo impiego è posto su basi scientifiche e non è più legato esclusivamente all'empirismo della medicina popolare. A scopo analitico, l'obbiettivo di fondo è una rivisitazione delle tisane più comuni secondo le nuove conoscenze scientifiche, cercando nello stesso tempo una correlazione, seppur solo parziale, tra attività della tisana e apparato, tramite la selezione delle preparazioni per apparato presenti in testi e libri di carattere scientifico in ambito erboristico e fitoterapico. Le tisane, distribuite all'interno dei reparti dall'erborista, diventerebbero così un primo strumento di contatto con il paziente, e permetterebbero all'erborista di svolgere anche un ruolo informativo. L'erborista potrebbe provvedere alla distribuzione di un opuscolo sulle tisane allo scopo di informare i pazienti su come impiegare correttamente queste preparazioni tradizionali, e tramite questi giungere a sensibilizzare anche i familiari stessi, poiché al giorno d'oggi sempre più persone ricorrono all'automedicazione, spesso mediante l'uso di preparazioni semplici e domestiche come le tisane. L'erborista in un Ospedale pubblico potrebbe così educare ad un corretto uso delle tisane in particolare e dei prodotti erboristici in genere.

Francesca Mantoan
Dr.ssa in tecniche erboristiche, Padova

Fitoterapia33






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