giovedì 8 dicembre 2011

Melius abundare....


Non e' mai superfluo  riportare alla memoria   questo  articolo di P Notari su
movimenti civici e il dovere dell'unità . E' piu' volte citato  sulle  pagine  del  nostro  sito, e mai lo sara' abbastanza....
La  redazione di Voci attive


14 ottobre 2011 — Repubblica -pagina 1 sezione: PALERMO

SULLO scacchiere delle proposte per le prossime elezioni amministrative comunali stanno posizionandosi anche diversi movimenti civici...(::)
 Diversi nel duplice senso di "svariati" e di "differenti" ma accomunati da un medesimo obiettivo: una Palermo migliore. Ognuno di loro si pone come espressione di onestà intellettuale, di rigore etico, di attenzione al bene comune.

Ciascuno di loro dice basta alla cattiva amministrazione, alla politica della retorica e dell'opportunismo, al becero populismo, al clientelismo.

Essi hanno il merito di dar voce al paese reale mettendo in evidenza i problemi con cui si confronta quotidianamente la grande maggioranza della popolazione, denunciando, altresì, la frattura fra la "piazza" e i palazzi del potere.

L'istanza partecipativa di cui sono portatori è un'azione meramente "politica" e afferisce alle modalità di gestione della cosa pubblica. Liquidare - come spesso avviene - le critiche che i movimenti muovono al sistema partitico come espressione di antipolitica è grossolano errore. Non è il valore della politica che viene da essi messo in discussione ma la qualità del ceto politico (di destra come di sinistra), spesso incapace e moralmente discutibile. É importante soffermarsi, pertanto, su questa presenza e sulle sue fenomenologie riconoscendone l'intrinseco valore in un percorso di democrazia dal basso; i movimenti civici, infatti, non sono marginali nella vita pubblica ma danno senso all'istituto democratico poiché è proprio nella partecipazione che la democrazia trova compimento. Ciò non può prescindere dal confronto che questi movimenti sono chiamati ad avere con gli altri attori della scena pubblica, e in particolare con i partiti.

Così come nella società civile si ritrovano diffusi esempi di connivenza e corruzione accanto a una larga parte di popolazione desiderosa di investirsi per un non retorico bene comune, anche nel mondo dei partiti, accanto a personaggi discutibili, vi sono soggetti animati dalle stesse istanze di rinnovamento che animanoi movimenti e le tante persone che vorrebbero una città "normale". Queste forze sane della società possono incontrarsi, dialogare, confrontarsie individuare percorsi condivisi. In tal modo potrebbero porsi come credibile polo di attrazione per le altre componenti della società. Solo nell'unità è possibile sconfiggere il sistema di clientelismi radicato nella nostra terra. Le divisioni fanno bene solo a coloro che vogliono mantenere la loro posizione di potere. Divide et impera.

Il rischio della frammentazione, tante volte paventato, alla fine potrebbe concretizzarsi. Pur animati dalle medesime istanze, infatti, i movimenti tendono a separarsi per motivi legati prevalentemente alle modalità ritenute più appropriate per il conseguimento di detti obiettivi. A volte, inoltre, il disaccordo diviene frattura oppure aperta ostilità.

I movimenti - proprio perché animati dalle stesse istanze- non possono rinunciare ad avviarsi su un cammino unitario. Appare, pertanto, inderogabile dare forza agli strumenti di coordinamento di questa realtà plurale e differenziata. Un coordinamento qualificato che possa favorire una concreta alternanza democratica. È ora di darsi da fare nella formazione di un reale "polo riformista", avere dei progetti, discutere per condividere. Dividersi non è mai la soluzione ma è una resa. Le primarie, inoltre, si pongono come strumento utile per dipanare i dubbi circa il soggetto che dovrebbe intestarsi le istanze espresse dai movimenti. È legittimo per i movimenti esprimere un candidato da cui sentirsi rappresentato; ma, posti dei requisiti minimi da definire che tale candidato deve possedere, le primarie all'interno di un coordinamento dei movimenti e/o in ascolto della città appaiono un'agevole e valida occasione per una leale "sfida", propedeutica, però, al convergere sull'unico nominativo uscito vincente dalle consultazioni. Le divergenze di opinione non siano scusa per interrompere il processo di cambiamento dal basso di cui si vuole essere fautori. I cittadini di Palermo hanno diritto a una politica migliore, a un progetto di rinascita per questa città.

- GIANNI NOTARI



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