Nella splendida cornice del Parco delle Madonie in Sicilia (comune di Castelbuono) dal 28 luglio al 5 agosto e con giornate a Marsala e Trapani, ho avuto modo di vivere una settimana densa di approfondimenti, laboratori e dibattiti sulle tematiche economiche, sociali, culturali, politiche, e religiose che ci coinvolgono in quanto cittadini di questo mondo.
Il Cantiere di educazione alla pace e alla mondialità, giunto alla sesta edizione, quest’anno si è svolto anche grazie al contributo del Dipartimento della Gioventù, rientrando nel progetto “Giovani e intercultura: un anno di dialoghi”, in collaborazione con i giovani di LVIA Palermo.
Una settimana per riscoprire e valorizzare, insieme ad altri dieci giovani da tutta Italia, le proprie potenzialità, per fortificarsi nella relazione con l'altro grazie all’accompagnamento di educatori ed esperti di settore e attraverso l’esperienza diretta delle attività di associazioni che lavorano quotidianamente sul territorio, promuovendo azioni di solidarietà.
La finalità del Cantiere era quella di condurci ad acquisire la consapevolezza e la dignità di una nuova cittadinanza mondiale volta a costruire percorsi di sviluppo e di pace là dove noi viviamo.
Vito Restivo, responsabile LVIA Palermo proponeva con queste parole il progetto: «A fronte di tutte le problematiche che in questi giorni stiamo vivendo in Italia e nel mondo, dal problema rifiuti all’emergenza immigrazione, dalle vicende incresciose di microcriminalità alle precarie condizioni di lavoro di milioni di giovani, dall'emergenza casa alle morti bianche, dalla crisi economica ai salari bassi, dall'antipolitica all'acuirsi degli integralismi, da una iniqua distribuzione della ricchezza alla crisi energetica e ambientale, auspichiamo che la settimana possa essere un tempo utile e importante per costruire percorsi di speranza alternativi ai modelli socio-economici imperanti nel mondo e soprattutto per acquisire fiducia nelle proprie possibilità di cambiamento per uno stile di vita più sobrio e più rispettoso della dignità umana. Il metodo sarà il confronto leale, il dare spazio ai vari punti di vista, l'ascolto delle opinioni altrui e poi il discernimento nel profondo della propria coscienza»......( ))
Lungo questo percorso siamo stati accompagnati da preziosi testimoni ed esperti: Simona Rampulla e Andrea Cozzo, responsabili dei laboratori sulla non-violenza, Salvatore Vaccaro, ricercatore di Filosofia politica all'Università di Palermo, Maurizio Pallante Presidente del Movimento per la decrescita felice, Geneviève Makaping antropologa giornalista e scrittrice, il biblista Don Paolo Farinella, il Rabbino Stefano Di Mauro, il musulmano Yusuf 'ABD al Hadi Dispoto, i ragazzi della comunità Saman, Maria De Vita del centro di accoglienza per rifugiati politici di Marsala, lo staff della LVIA Palermo.
Appartengo già da alcuni anni al Gruppo giovani LVIA che si occupa per l'appunto di tematiche multiculturali, diversità e uguaglianza, sostenibilità ambientale e solidarietà, ma il Cantiere è stato un consistente nuovo stimolo di crescita.L’associazione internazionale volontari laici LVIA è un’associazione di solidarietà e cooperazione internazionale, fondata nel 1966 a Cuneo da Don Aldo Benevelli e il Cantiere non ha che accresciuto in me una consapevolezza molto forte: l’urgenza ad operare come singoli per i valori di fratellanza e di dialogo e in coerenza con le dichiarazioni dei diritti dell’uomo e del cittadino.
Ammiro da sempre LVIA per i suoi interventi con le comunità africane in progetti per l’acqua, la sicurezza alimentare, l’ambiente e l’energia, ma resto affascinata ancora di più dalle sue attività e dai suoi obiettivi in Italia. LVIA, infatti, intende offrire opportunità di riflessione per i giovani, formazione nelle scuole e coinvolgimento attivo del cittadino nella promozione del dialogo tra i popoli e i territori, al fine di dare una risposta agli squilibri esistenti nel mondo ed alle loro conseguenze.
Finché di fatto non sarà chiaro per tutti che lo scompenso Nord-Sud del mondo non si potrà mai dissolvere soltanto con il sostegno a distanza dei progetti di sviluppo, bensì con i cambiamenti dei nostri consumi, dei nostri abusi, delle nostre abitudini quotidiane, non cambierà mai davvero nulla. E proprio per questo bisogna sensibilizzare i nostri territori, parlarne con i ragazzi a scuola, parlarne con le persone, partendo dalle nostre famiglie, i nostri amici, i nostri ambienti lavorativi…per un pensare globale e un agire locale
Noi ragazzi, cittadini del villaggio globale, ci impegniamo a:
- Non delegare mai ad altri ciò che si può fare con il proprio impegno. Dobbiamo passare dall’indignazione all’azione.
- Ricordare sempre che il 90% dei conflitti è innescato da equivoci e incomprensioni del linguaggio e che quindi possono essere risolti con la non violenza.
- Prendere consapevolezza che i pregiudizi esistono e che vanno gestiti.
- Progettare globalmente con sguardo locale, sapendo che è importante anche e soprattutto il mezzo, non solo il fine.
- Essere coerenti, denunciare e avere sguardo critico al di là delle informazioni che ci impongono.
- Continuare a riflettere su se stessi per un agire migliore.
- Mettere in atto azioni di cittadinanza attiva nel nostro singolo territorio per ritrovare il legame con la nostra terra, con i nostri specifici territori, con la natura e la cultura.
- Sensibilizzare i ragazzi, educarli alla coscienza critica, lavorare con le scuole.
- Fare da cassa di risonanza a chi vive una situazione di ingiustizia senza aver voce per denunciarla.
- Rispettare l’ambiente, amando la terra e la natura e vivendole come fossero la nostra casa